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San Raffaele ultime notizie: si indaga sui fondi neri

di Mamma Licia

18 Novembre 2011

fondi neriAnche il fondatore, don Luigi Verzè, tra gli indagati al San Raffaele

Fondato nel 1971 dall’attuale presidente don Luigi Maria Verzé e riconosciuto nel 1972 Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, il San Raffaele conta più di 700 medici e 1300 infermieri. È un punto di riferimento per la medicina molecolare, le patologie cardiovascolari e metaboliche, neurologiche, oncologiche, immunologiche, infettive, nell’ambito delle malattie genetiche e dello sviluppo delle tecnologie biomediche.

Nel luglio scorso, l’Istituto viene scosso dal suicidio del 71enne vicepresidente Mario Cal: un colpo di pistola alla testa nel suo ufficio al San Raffaele. Il braccio destro di don Verzé era stato ascoltato, nei giorni precedenti, come testimone, in relazione al buco da quasi un miliardo di euro nei conti del colosso sanitario.

Ammesso il 28 ottobre al concordato preventivo dal Tribunale fallimentare in base al piano dello Ior e dell’imprenditore Vittorio Malacalza, il San Raffaele sta cercando di risollevarne le sue sorti, ma le indagini nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta aggravata vanno avanti e nei giorni scorsi hanno portato al fermo di Piero Daccò, intermediario in rapporti d’affari e di consulenza con l’Istituto San Raffaele, e ad una raffica di perquisizioni che coinvolgono anche lo studio e la “cascina” di don Luigi Verzè, il fondatore del San Raffaele, anche lui indagato per concorso in bancarotta.

Ma cosa è successo al San Raffaele?

La Fondazione avrebbe strapagato con sovrafatturazioni i fornitori che le retrocedevano notevoli quantità di denaro in contanti e si sarebbe così procurata enormi somme di denaro “in nero” che il vicepresidente suicida Cal avrebbe consegnato all’intermediario Piero Daccò per destinazioni sulle quali la Procura di Milano sta ancora indagando.fondi neri

Ad essere ascoltati, in questi giorni, anche due fornitori d’eccellenza del San Raffaele: Pierino e Giovanni Luca Zammarchi, i due costruttori le cui società hanno svolto moltissimi lavori per la Fondazione e che risultano anch’essi indagatati per concorso in bancarotta. I Zammarchi avrebbero partecipato attivamente al meccanismo delle restituzioni di denaro “in nero” al San Raffaele.

Dove finivano queste ingenti somme di denaro?

Si ipotizza che in parte siano state veicolate in società estere riconducibili allo stesso Daccò, ma per conto della Fondazione stessa che ne era, quindi, a conoscenza. Anzi, più precisamente, lo stesso don Verzé ne era a conoscenza, ed è per questo che anche lui risulta tra gli indagati.



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