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Streptococco bambini: cos’è e come si prende

Lo streptococco nei bambini è un batterio molto contagioso responsabile dell’insorgenza di focolai nelle classi. Come riconoscerlo e prevenire l'infezione e le complicazioni.

di Carla Gozzer

17 Aprile 2023

Streptococco bambini: cos’è e come si prende
 

Lo streptococco è molto diffuso tra bambini che frequentano la scuola o luoghi di aggregazione, dove può dar luogo a focolai più o meno estesi. È responsabile di faringiti, otiti e sinusiti, ma anche complicazioni più impegnative dal punto di vista clinico.

Che cos’è lo streptococco

Gli streptococchi sono batteri molto diffusi e variegati.

 

Hanno la capacità di dividersi lungo il proprio asse, formando una catenella che si ripiega su se stessa: il nome stesso deriva dal greco streptos che vuol dire appunto ripiegato.

 

Non tutti gli streptococchi sono responsabili di patologie. Spesso infatti sono considerati organismi commensali, cioè si trovano normalmente sulla pelle e sulle mucose senza creare disturbi o disagi. Alcuni invece si dice che sono batteri opportunisti: normalmente innocui provocano però in determinate condizioni, ad esempio quando si è particolarmente stanchi e debilitati. Si comporta così lo Streptococcus viridans.

 

Altri invece causano patologie piuttosto impegnative, come faringiti, tonsilliti, ma anche infezioni della pelle, che se non adeguatamente trattate possono complicarsi in glomerulonefriti (che interessano i reni), endocarditi (che debilitano il cuore) o scatenare una risposta immunitaria anomala con la febbre reumatica.

Quali streptococchi sono pericolosi

I batteri streptococchi che causano maggiormente le malattie dei bambini appartengono al sottogruppo beta-emolitico, a sua volta suddiviso in gruppo A e gruppo B.

 

Lo streptococcus agalactiae, beta-emolitico di gruppo B, è responsabile di sepsi e meningite nei bambini e negli anziani.

 

Lo streptococco pneumoniae, o Pnemococco, alfa emolitico, è un diplococco (cioè forma una catenella di soli due batteri) responsabile di polmoniti, bronchiti, otiti, ecc, contro cui esiste anche un vaccino consigliato in età pediatrica, ma anche adulta e avanzata.

 

Quando si parla di streptococco, spesso ci si riferisce al maggior responsabile delle assenza da scuola: lo streptococcus pyogenes, uno streptococco beta emolitico di gruppo A responsabile di tantissime infezioni, quali:

  • faringiti;
  • tonsilliti;
  • malattie della pelle;
  • scarlattina;
  • fascite necrotizzante;
  • complicanze gravi: glomerulonefrite, febbre reumatica, endocardite.
 

Grazie alla sua alta contagiosità, lo streptococco è in grado di sviluppare focolai nelle classi e nei luoghi di comunità.

Come si prende lo streptococco

Lo streptococco infetta la bocca del bambino provocando inizialmente mal di gola. Esso dunque risulta presente nelle goccioline di saliva espulse mentre si parla, si tossisce o si respira. Il contagio può avvenire per:

  • contatto diretto con droplet emessi da persone infette, non necessariamente sintomatiche, o con i liquidi fuoriusciti da piaghe e ferite infette;
  • trasmissione indiretta toccando oggetti, come giochi, vestiti, asciugamani, maniglie delle porte, contaminati;
  • raramente anche con gli alimenti non adeguatamente trattati e preparati.

Fattori di rischio

Proprio per la sua modalità di trasmissione, lo streptococco colpisce maggiormente bambini e ragazzi tra i 5 e i 15 anni. È più raro invece nei bimbi sotto i 3 anni. Di conseguenza anche i genitori che si prendono cura dei piccoli malati risultano maggiormente esposti al rischio di essere contagiati.

 

Non stupisce che tra i fattori di rischio ci sia il periodo invernale (tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera) e la frequentazione di luoghi chiusi ed affollati, cioè quando è più difficile il ricambio di aria a causa delle temperature fredde e sono presenti tante persone potenzialmente “contagiabili” e a volte già debilitate da altri mali di stagione.

 
Streptococco bambini: cos’è e come si prende
Senza opportuni accorgimenti si possono contagiare rapidamente anche gli altri membri della famiglia

Malattie causate dallo streptococco

Sebbene lo streptococco beta emolitico di gruppo A sia spesso presente senza arrecare danno sulla pelle e sulle mucose dell’organismo, questo può portare a malattie per una serie di condizioni non sempre facilmente riconoscibili.

 

Le malattie più comuni di cui è responsabile questo batterio sono malattie che interessano le zone dove il batterio commensale risiede:

  • il cavo orale, come faringiti e tonsilliti, ma anche sinusiti e otiti;
  • la pelle come impetigini o la cellulite batterica.
 

A volte, queste possono evolvere in forme patologiche più complesse e/o pericolose.

Le tossine prodotte da alcuni streptococchi possono provocare la scarlattina, la fascite necrotizzante o la sindrome da shock tossico.

 

I sintomi

Lo streptococco ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 5 giorni. Il primo sintomo è il mal di gola che può instaurarsi molto velocemente e creare fastidio o dolore durante l’atto della deglutizione.

 

La gola è spesso arrossata e sul palato è possibile vedere delle piccole macchiette rosse chiamate petecchie.

 

Le tonsille palatine, che costituiscono una delle prime barriere di difesa verso i batteri che cercano di penetrare nell’organismo, possono essere rosse ed ingrossate, sintomo della reazione immunitaria in atto per sconfiggere l’infezione. Inoltre a volte su questi elementi possono comparire delle patine bianche (comunemente chiamate placche) che si presentano a macchie o a strisce.

 

Anche i linfonodi anteriori del collo possono risultare ingrossati e dolenti.

 

In un secondo momento può sopraggiungere la febbre, il mal di testa, il mal di stomaco, la nausea. A volte, lo streptococco può rilasciare delle esotossine e provocare la scarlattina.

 
 

Lo streptococco normalmente non provoca tosse, non fa colare il naso, non altera il tono e il volume della voce e non provoca infezioni agli occhi come la congiuntivite. Questi sintomi si presentano prevalentemente nel caso di un’infezione virale che non necessita di antibiotici.

 
Streptococco bambini: cos’è e come si prende
Il tampone faringeo serve per diagnosticare rapidamente un’infezione da streptococco

Come si cura lo streptococco

Di fronte ad un mal di gola persistente, soprattutto accompagnato dalla febbre, è necessario consultare il proprio medico o pediatra di fiducia per indagarne le cause. Quando il professionista sospetta un’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A, sarà lui a richiedere la conferma tramite tampone faringeo.

Questo esame consiste nel prelevare con un tampone delle secrezioni dalla gola del bambino, che poi verranno analizzate per trovare eventuale traccia del batterio.

 

Il medico potrebbe anche richiedere che venga effettuata in laboratorio una coltura con antibiogramma per decidere quale antibiotico è più adatto per curare l’infezione.

 

È possibile effettuare il tampone per lo streptococco presso un laboratorio, in farmacia ma anche a casa con i kit fai-da-te. La scelta al riguardo è della famiglia, anche se Marco Cossolo, presidente di Federfarma, afferma:

“Quello dei tamponi per lo Streptococco è un nuovo servizio, un’opportunità offerta. È possibile farli sia in farmacia che a casa. Secondo noi è opportuno, per evitare falsi negativi o positivi, che sia eseguito in farmacia come è accaduto per i tamponi Covid.”

 

Solo nel caso che il tampone confermi la presenza del batterio allora si potrà iniziare la terapia con l’antibiotico.

 

Infatti solo il 30% delle faringiti nei bimbi sono batteriche, mentre nel 70% dei casi, il mal di gola è dovuta a un’infezione virale contro cui l’antibiotico è inutile e va evitato.

 

Inoltre essendo lo streptococco un batterio spesso normalmente presente sulle mucose e sulla pelle, il tampone potrebbe risultare positivo anche in assenza di sintomatologia correlata, cioè senza che si presenti il mal di gola o le placche. In questo caso è necessario contattare immediatamente il medico o il pediatra ed evitare assolutamente di prendere antibiotici di propria iniziativa: potrebbero non servire.

 

Allo stesso modo la presenza di placche con un tampone negativo non autorizza l’utilizzo dell’antibiotico senza consulto medico: potrebbe essere sì un falso negativo, ma un’altra causa potrebbe aver causato la comparsa delle macchie sulle tonsille.

 

Deve essere il medico a valutare ogni singolo caso.

 

L’antibiotico

Normalmente l’antibiotico d’elezione per curare le infezioni da streptococco è l’amoxicillina, mentre invece l’80% degli streptococchi risultano resistenti agli antibiotici della classe dei macrolidi, come azitromicina o claritromicina. Il trattamento dura almeno 10 giorni e deve essere portato a termine anche se i sintomi migliorano o spariscono. Questo è necessario per evitare recidive, che potrebbero essere più aggressive.

 

Il trattamento antibiotico ha diversi scopi:

  • impedire la proliferazione batterica;
  • alleviare i sintomi;
  • impedire il propagarsi dell’infezione in altre sedi con il rischio di sviluppare otiti, sinusiti, ecc..
  • prevenire le complicanze rare ma gravi, come febbre reumatica, glomerulonefriti, ed endocarditi.
  • ridurre il contagio e la diffusione batterica da persona a persona.
 

Un bambino infettato dallo streptococco è infatti contagioso da 2 a 5 giorni prima dello sviluppo dei sintomi e, se non trattato, fino a 3 settimane dopo la comparsa della malattia.

L’antibiotico invece riduce la contagiosità e un bambino potrebbe tornare a scuola già dopo 24-48 ore dall’inizio della terapia senza rappresentare un rischio per i compagni.

 

È bene ricordare che però quel che è permesso non necessariamente rappresenta la soluzione migliore per il benessere del proprio figlio.

 

Un bimbo che non si sente bene e che sta prendendo comunque dei farmaci ha forse più bisogno di risposo e coccole. Il suo organismo è già debilitato e quindi più appetibile per nuovi virus e batteri che potrebbero scatenare nuove malattie. Il riposo, la tranquillità e qualche tenerezza permetterebbero di guarire, riprendersi e fortificarsi per tornare alla vita sociale senza esporsi a rischi prevenibili.

Consigli pratici

Per prevenire il contagio da streptococco ed alleviare i vari fastidi derivati da questa infezione, è possibile seguire alcuni consigli pratici:

  • lavarsi sempre bene le mani con il sapone o utilizzando una soluzione a base alcolica;
  • utilizzare fazzolettini usa e getta da buttare subito dopo aver tossito o starnutito;
  • non interrompere la terapia e prendere tutti i farmaci prescritti dal medico, anche se i sintomi si alleviano e ci si sente meglio;
  • dopo 2-3 giorni dall’inizio della terapia, cambiare asciugamani e spazzolino può aiutare a non auto-ri-contagiarsi;
  • evitare di condividere giochi, asciugamani, piatti o posate ed altri oggetti personali con gli altri familiari;
  • bere molto;
  • fornire ai bambini liquidi e cibi nutrienti ma morbidi che possano essere deglutiti nonostante il mal di gola;
  • evitare cibi acidi o irritanti per la gola come le premute di agrumi,
  • mantenere l’aria pulita, arieggiando spesso le stanze.


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