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La figlia di Melania Rea ha cambiato cognome

La figlia di Melania Rea ha cambiato cognome, si è lasciata alle spalle l'eco del nome di quel papà in carcere per l'omicidio della sua mamma.

di Federica Federico

24 Aprile 2023

Figlia di Melania Rea 12 anni dopo a morte della mamma

La figlia di Melania Rea è diventata legalmente Vittoria Rea, ha cambiato cognome lasciandosi alle spalle la pesante eredità che richiamava continuamente la menoria del padre Parolisi.

 

La figlia di Melania Rea è orfana di femminicidio

Quando Melania fu uccisa Vittoria aveva solo 18 mesi, era il 18 Aprile del 2011 e la sua mamma lasciava questa terra all’età di 29 anni appena.

Il contesto del delitto non può non riecheggiare nella memoria della famiglia Rea: l’omicidio avvenne mentre la piccola Vittoria era in auto, presumibilmente addormentata nel suo sediolino, a pochi metri da dove Melania moriva.

 

Mamma e papà vivevano un’ importante crisi coniugale al punto da indurre, gli inquirenti prima e i giudici dopo, a rintracciare il movente del delitto nella relazione che Parolisi intratteneva con una soldatessa .

Melania era diventata di intralcio, pertanto Il marito se ne sarebbe liberato con 35 coltellate lasciandola cadavere in un bosco. La morte è stata inflitta nella dinamica di un agguato, dettaglio non irrilevante se si tiene a mente che la Cassazione, rimuovendo l’aggravante della crudeltà, ha ridotto la pena del Parolisi a 20 anni di carcere.

 

Quel giorno Melania si aspettava di fare una passeggiata con la sua famiglia, si aspettava di tornare a casa mettere la sua bambina a letto e vederla risvegliarsi l’indomani e nei giorni a venire. Anche Vittoria, per quanto piccolissima, non poteva che aspettarsi altrettanto. Del resto cosa offre la vita ai bimbi se non di crescere sorretti dall’affetto della mamma?

 

E forse Melania si aspettava persino di recuperare il suo matrimonio. Ma le cose non sono andate così e mamma Melania ha perso la vita uccisa da Salvatore, il padre di sua figlia e suo marito, l’uomo di cui si fidava, con cui aveva costruito una famiglia persino lontano dalla sua terra natale.

 

La figlia di Melania Rea e Salvatore Parolisi

Melania muore in provincia di Ascoli mentre Vittoria è cresciuta e cresce in provincia di Napoli. La figlia di Melania Rea oggi ha 13 anni e non vede suo padre da molti anni. Nel 2017, supportato da un equipe di esperti, il Tribunale di Napoli ha dichiarato il Parolisi decaduto dalla civile responsabilità genitoriale sulla figlia

 

A Vittoria è stato altresì riconosciuto il diritto di non vederlo e di non entrare in contatto con lui in alcun modo. Ciò a tutela della minore e nel rispetto delle “modalità positive dell’ affido”, in forza del quale Vittoria è stata sin da subito accudita e tutelata dalla famiglia Rea.

 

Vittoria è cresciuta con nonna Vittoria, la mamma di Melania, nonno Gennaro, il papà della donna, e zio Michele il combattivo fratello che per la sua Melania ha sempre chiesto verità. Di fatto Parolisi ha negato una completa verità alla famiglia Rea perché non ha mai né confessato né si è mai pentito.

 

La figlia di Melania Rea ha cambiato cognome, le parole dello zio

Vittoria si è liberata di un cognome che, a detta dello zio materno, non le apparteneva se non come un pesante retaggio di dolore e sofferenza. Queste le parole di Michele Rea: “Era il suo desiderio più grande. Anche a scuola, quando facevano l’appello, lei non sentiva suo quel suo cognome e non era giusto che fosse lei a portare il peso di quel cognome. Ora la bambina ha riacquistato la sua serenità e sente ancora più forte il legame con la famiglia della mamma dove vive e sta crescendo circondata dall’amore di tutti“.

 

L’insegnamento di vita che la figlia di Melania Rea dà a tutti noi

C’è un perché dietro la nostra scelta di ricordare Melania oggi, a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa, e proprio attraverso quello che è avvenuto a Vittoria: Vittoria dimostra che, oltre lo sconcerto della cronaca, quando i riflettori si spengono resta l’eredità più pesante a gravare sui figli dei papà assassini e sulle famiglie che sopravvivono alla morte della donna, resta cioè il dolore quotidiano.

 

Vittoria ha restituito a se stessa il diritto a proseguire la vita nel nome della madre. Ma la società tutta dovrebbe interrogarsi su questo bisogno: chi sopravvive alla violenza necessita di un sistema di tutela che quella violenza la rigetti, la allontani, la condanni.

 

Rinascere dopo il dolore, anche se certi dolori non si dimenticano

Non c’è rinascita senza giustizia e, in questo senso, fanno riflettere le parole di uno zio di Melania scritte in occasione dell’ anniversario della sua morte. Con il suo post, Gennaro Rea ha ricordato che la condanna di Parolase si è alleggerita grado dopo grado:

Dall’ ergastolo stabilito come pena in primo grado, a carico di Parolisi si è giunti a una condanna che la Cassazione ha cristallizzato in 20 anni di reclusione. Salvatore studia, gode di permessi e, a quanto pare, ha anche una nuova relazione

 

Melania, invece, non è più su questa terra e sua figlia ha dovuto fare i conti con la morte prima di quanto possa essere umanamente sostenibile.

 

Ricordare l’ esistenza in vita dei figli dei papà assassini è importante; perché non accada mai più, infatti, la società non deve né dimenticare la violenza né lasciare inascoltato il dolore che genera e che perdura eterno come la morte da cui è stato sprigionato.



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