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Alluvione spiegata ai bambini: come spiegare le alluvioni 

Alluvione spiegata ai bambini: cosa dire e come, restituire speranza e senso di sicurezza. Di cosa hanno paura i nostri figli e come aiutarli a superarla.

di Federica Federico

21 Maggio 2023

Alluvione spiegata ai bambini

Quando un evento catastrofico si abbatte sulle nostre vite (o ne sentiamo insistentemente parlare in televisione), mentre noi adulti lo metabolizziamo avvalendoci dei più maturi filtri dell’esperienza e facendo appello alla razionalità, oltre che alla resilienza, il bambino può facilmente restarne sopraffatto. Lo smarrimento dei più piccoli dipende soprattutto dalla perdita dei punti di riferimento a cui i nostri figli fanno abitualmente appello.

 

Una alluvione è un evento catastrofico che distrugge, copre, chiude, isola, anche dai luoghi e dalle persone che sostengono la crescita dei bambini. Ed è per questo che dare delle spiegazioni  ai più piccoli diventa di particolare importanza.

 

Alluvione spiegata ai bambini, di cosa tenere conto

Prima della spiegazione del fenomeno e dei perché, nonché prima dell’esame dei pericoli e del daffarsi in caso di alluvione, quando si assiste a eventi  alluvionali o catastrofici, come quelli dell’Emilia Romagna, è bene prendere in considerazione la grande fatica emotiva dei bambini

 

Ciascun bambino fa difficoltà a immaginare che il fango e l’acqua possano rientrare, scomparire e che in qualche modo possano “(ri)sputare” fuori la vita sottratta per com’era. Dinnanzi a quegli scenari i bimbi sentono di aver perduto la casa, la scuola, i giochi, eccetera e non riescono a intravederli oltre e dopo la tragedia. Ricordate che i più piccoli vivono fortemente ancorati all’ora e adesso.

 

Tenendo conto dell’età e di quanto il disastro interessa il bimbo personalmente,  sforzatevi di cogliere un comune sentire: ciascun bambino, a proprio modo, si sente vulnerabile e vulnerato, ovvero ferito e accusa il senso di privazione. Perciò, l’alluvione spiegata ai bambini deve diventare prima di tutto una restituzione di sicurezza:

l’adulto è chiamato a cogliere la paura del bambino e in essa a farsi strada con le rassicurazioni.

 

Cosa dire ai bambini per spiegare le alluvioni

Quello che diciamo e come lo diciamo è determinante: il bambino ha bisogno di essere rincuorato! Deve poter vedere oltre l’acqua e il fango cogliendo la speranza che la vita, sua e della sua famiglia, riemerga. 

 

Questa speranza nel ripristino e nel recupero va passata anche ai bambini osservatori, ovvero quelli che non sono vittime del disastro ambientale ma lo osservano attraverso i media. Ovviamente una alluvione spiegata ai bambini spettatori è qualcosa di più facile da metabolizzare e accettare rispetto a ciò che devono affrontare i piccoli coinvolti nell’evento.

 
Alluvione spiegata ai bambini
Bambini evacuati dalle abitazioni e messi in salvo

Alluvione spiegata ai bambini attraverso le emozioni

Se ciò di cui i bambini hanno bisogno prima di tutto è la rassicurazione emotiva , è bene porsi ai loro occhi sempre speranzosi: – C’è chi ci aiuta, c’è chi lavora per spalare via il fango; tutto tornerà a posto. Frasi come queste portano un carico positivo con sè.

 

È innegabile che a certi adulti si chieda uno sforzo quasi disumano alla positività, ma la resilienza dei genitori è un modo infallibile per accendere la speranza nel cuore dei bambini.

 

E se il bambino ci vede piangere o si accorge di quanto siamo scossi? Non negate le vostre emozioni, ma non cedete il passo alla disperazione. Portate al bambino esempi positivi, come quello dei soccorritori il cui apporto è incarnazione di resilienza

Alluvione spiegata ai bambini preservando il loro bisogno di sentirsi al sicuro

  • Mamma, papà, ma cosa è successo?
  • Stanno scappando dalle case, hanno perso tutto, eccetera…
  • Dove vanno?
  • Da chi li ospita, sono rimesti in mezzo a una strada, eccetera…

Un dialogo impostato in questo modo potrebbe suonare molto destabilizzante alle orecchie del bambino perché disegna uno scenario senza scampo e senza speranza.

 

Intanto chiariamo ai bambini che si tratta di eventi eccezionali che comunemente possono essere previsti. Spieghiamo loro che esistono strumenti di controllo e che sono attive squadre di salvataggio pronte a raggiungere le persone che hanno bisogno. Questi riferimenti daranno ai piccoli stabilità.

 

Partecipare alle raccolte fondi, anche con un contributo minimo può essere un modo di dimostrare ai nostri figli che dinnanzi a tragedie come quella che ha colpito l’Emilia Romagna il paese non si fera e non si spezza.

Come donare all’Emilia Romagna

Per i recenti accaduti, è già partita la raccolta fondi: l’Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia Romagna” è il seguente: IT69G0200802435000104428964. Per chi volesse donare, la causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna“.

 
Alluvione spiegata ai bambini
Rispetto per l’ambiente e alluvioni

Alluvione spiegata ai bambini e il rispetto dell’ambiente

Ai bambini più grandi possiamo spiegare che i fenomeni alluvionali sono, tra le altre cose, anche una conseguenza dell’inquinamento: sporcare i letti dei corsi d’acqua e gli argini con i nostri rifiuti equivale ad alterare la fisiologia dei flussi d’acqua. Allo stesso modo tagliare gli alberi indiscriminatamente, disboscare, costruire selvaggiamente non aiuta.

 

Anche Civilino lo spiega ai bambini attraverso un cartone animato dedicato al tema:

Come aiutare i bambini dopo un alluvione

È di estrema importanza che ai bambini alluvionati si restituiscano, in ogni modo possibile, punti di riferimento. Pertanto, ovunque le famiglie siano ospitate, è bene che i bisogni dei bambini non vengano considerati come di second’ordine. Creare dei gruppi di supporto, incontro e gioco è fondamentale. Con l’aiuto di educatori e maestri, anche volontari, è cruciale mettere i bambini in condizione di trovare da subito “spazi a misura di infanzia” che rappresentino una alternativa alla scuola e alla socialità sospesa. Nell’incontro con i pari il bambino misura le sue emozioni e le metabolizza, questa esigenza dei bambini non può non essere considerata prioritaria.



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