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Melania Rea: Salvatore Parolisi non ha incontrato la figlia Vittoria

di Federica Federico

11 Gennaio 2012

Salvatore Parolisi non ha incontrato la figlia VittoriaSalvatore Parolisi non ha incontrato sua figlia Vittoria

Parolisi avrebbe dovuto rivedere la figlia nella giornata di lunedì 10 gennaio 2012; dal momento dell’arresto nessun incontro tra lui e la figlia ha mai avuto luogo e di fatto sono trascorsi circa 5 mesi dall’ultimo abbraccio tra papà Salvatore e Vittoria.

Cosa ha impedito tale incontro?

Vittoria e suo padre si sarebbe dovuti incontrare all’interno della struttura penitenziaria ove papà Salvatore si trova in stato di detenzione. Ciò avrebbe preteso l’ingresso di Vittoria in carcere. E merita attenzione già solo questo accesso della bambina in un luogo a lei “sconosciuto ed incomprensibile”.

Bisogna soffermarsi sul immagine stessa del carcere: esso è un posto “sbarrato”, chiuso, delimitato, pieno di barriere materiali (quali cancelli, sbarre, inferriate, chiavi e lucchetti) che, in antitesi alla libertà, evocano costrizione se non anche dolore, isolamento e sofferenze.

Vittoria si è “separata” da un padre libero ed incolpevole, oggi entrando in carcere incontrerebbe – sotto la vigilanza di estranei (ovvero dei servizi sociali preposti) – il suo papà in un luogo “chiuso”, in una condizione di “coartata detenzione”, in uno stato di “isolamento dal mondo esterno”.

Un impatto “non guidato” con la condizione carceraria è proponibile pensando alle condizioni di Vittoria?

Vittoria è una bambina che oggi ha appena 24 mesi, ne aveva 18 quando le è stata improvvisamente e ferocemente sottratta la madre.
Un figlio a 18 mesi concentra nella figura materna quasi tutto il suo potenziale affettivo, è alla mamma che si affida per imparare le cose della vita, conoscere il mondo, esplorarlo e fare esperienza: è un baco nel bozzolo dell’amore materno.

Con la morte della mamma la piccola Vittoria ha perso il suo baricentro affettivo e si è trovata inconsapevolmente costretta a rivedere tutto il suo piccolo universo, dovendo ricostruire la sua vita emozionale ed emotiva.

I nonni materni e lo zio Michele, fratello della vittima, egregiamente stanno svolgendo le funzioni di accudimento della bambina, hanno sapientemente ricreato per lei un ambiente sereno ed amorevole, ove alla piccola è garantito un tranquillo sviluppo e un equilibrato percorso di crescita.

Con la visita al padre nel luogo del carcere alla bambina sarebbe stato chiesto di entrare in un ambiente assai diverso da quelli che ella conosce e frequenta, nonché di uscirne nuovamente “sola”, ovvero senza il papà, e per di più lasciando il suo affetto in quel luogo così “gelido ed ostile”.

Salvatore Parolisi non ha incontrato la figlia VittoriaLa piccola doveva, secondo le disposizioni giudiziali, essere accompagnata alla visita dalla nonna materna.

Sarebbe stato necessario considerare debitamente il fatto che la nonna è pur sempre la mamma della vittima, è la donna a cui la figlia è stata crudelmente sottratta con dolore, violenza, sangue e sconforto.
Posto che, sin ora, non c’è mai stato un confronto tra mamma\nonna Rea e Salvatore Parolisi, è lecito domandarsi se sarebbe stato “emotivamente sostenibile” un incontro come quello appena prospettato. Esso sarebbe nato come un “abboccamento funzionale al benessere di Vittoria” ma di fatto non risultava per nulla pianificato, vi arrivava impreparata la famiglia Rea come la bambina.

È sulla base di queste considerazioni che la famiglia Rea, per il tramite del proprio legale, si è opposta all’incontro così come pensato ed organizzato. Mancando condizioni ambientali e psicologiche atte a tutelare Vittoria, la bambina avrebbe potuto, secondo la famiglia Rea e il suo avvocato, subire un pregiudizio psicologico.

Le eccezioni avanzata dai Rea sono state accolte dal giudice.

Così, il giudice tutelare del Tribunale di Nola (Napoli) Vincenza Barbalucca, pur non ravvisando “elementi gravemente ostativi” all’incontro , ha deciso di rinviarlo a data da destinarsi, disponendo immediatamente una consulenza tecnica.
La consulenza sarà volta a inquadrare la situazione psico-fisica della minore ed ad indicare le modalità più favorevoli per l’incontro tra padre e figlia, incontro che dovrà essere preceduto da un percorso di assistenza psicoterapeutica predisposto a tutela della minore.

L’obiettivo che informa la decisione giudiziale è uno soltanto: il benessere di Vittoria. La bambina ha diritto a vedere il padre ed a mantenere con lui un legame affettivo ma ogni rapporto tra i due non può prescindere dall’esame della condizione emotiva, emozionale, psicologica e relazionale di una bambina tanto piccola.



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