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Insegnare a scrivere ai bambini

di Redazione VitaDaMamma

29 Febbraio 2012

bambini scrivere imparareIl bambino, prima di imparare a scrivere, deve accumulare una serie di esperienze e raggiungere una pluralità di competenze necessarie alla conquista del complesso mondo della scrittura.
Il piccolo non solo dovrà essere in grado di riconoscere, distinguere e classificare le lettere ma dovrà, ancor prima, rendersi capace di replicarle col tratto grafico. Questa azione, che ad un adulto può sembrare banale e scontata, è essenziale affinché un bimbo approcci alla scrittura.
tratto grafico bambino Alla scrittura si arriva gradatamente, l’esperienza del bambino con la matita, il gessetto e il pennarello passa dallo scarabocchio al cerchio tondo, dal tratto lineare al disegno del tetto della casa e solo col tempo e con l’esperienza raggiunge le prime letterine.
Grossa importanza riveste lo sviluppo della manualità nell’apprendimento della scrittura e, prima ancora, nella evoluzione del tratto grafico e del disegno.
manualità bambinoManualità vuol dire, in una estrema sintesi materialmente accessibile a tutti, uso delle mani nella gestione degli oggetti e per la conoscenza del mondo.

È auspicabile che i bambini possano giocare liberamente con oggetti di uso comune, anche oggetti che non siano necessariamente giocattoli. Maneggiare un cucchiaio di legno e sperimentarne il suono sul pavimento è un’esperienza formativa per il bambino.

È ovvio, ed è quasi tautologico sottolinearlo, che tale accesso del bambino agli oggetti di uso domestico deve essere monitorato dall’adulto ed ammesso solo a condizione che la sicurezza del piccolo sia garantita.
Le mani e le braccia, il movimento compiuto nella esplorazione di un nuovo oggetto, i pensieri prodotti dalla osservazione e dall’uso delle cose del mondo possono essere dei grandi e ottimi strumenti di apprendimento oltre che di esplorazione.manualità bambino

  • Nello specifico è lecito chiedersi perchè l’apprendimento della scrittura ha inizio anche da semplici giochi manuali?

Muovere oggetti di diversa forma e misura rende il bambino capace di comprendere come è organizzato lo spazio intorno a lui, in che modo è possibile riempirlo e giostralo, in che direzione deve essere portata e spostata una forma per ottenere l’effetto desiderato.
È con le mani che i bambini comprendono, studiano e metabolizzano l’oggetto che toccano, ne identificano i profili, le forme, le differenze, la consistenza e la temperatura e col tempo associano peculiari caratteristiche ad altre cose del mondo, rapportando, in tal modo, più esperienze tra loro.
Il pensiero e la mente, così iniziano a lavorare … il ragionamento del bambino accende il motore e parte in maniera scoppiettante, bruciando carburante e producendo combustione che in questo caso significa tanto apprendimento.
Ecco che sollecitare la manualità, l’uso delle mani e delle articolazioni può essere un buon metodo per stimolare nel bambino competenze importanti anche propedeutiche all’atto di scrivere e leggere.
formine bambinoUno degli esercizi più comuni è sicuramente quello di far toccare al bambino con le mani delle figure in plastica, di tali figure in plastica – più o meno dura – ne esistono molte versioni alcune magnetiche ed anche dotate di lavagnetta – 18\24 mesi è l’età più consona.

lettere magnetiche bambinoSi può col tempo – tra i 24 ed i 36 mesi – passare all’uso delle lettere dell’alfabeto, ce ne sono molte in plastica e magnetiche ma è possibile realizzarle anche in carta smerigliata. E ciò servirà per preparare le mani dei piccoli a tracciarle quando adopereranno il tratto grafico.
L’ esercizio di manipolazione appena descritto aiuta a fissare la forma delle lettere (come anche dei numeri) ed a memorizzare i movimenti che serviranno poi a scriverle.

mbino scriveIl bambino tra i tre e i quattro anni d’età già scrive le prime lettere dell’alfabeto, tendenzialmente ne distingue la maggior parte e associa a loro i primi nomi comuni, ecco che non sarà difficile sentirlo ripetere: “A come Ape”.

Intorno ai quattro anni e mezzo il piccolo riuscirà a comporre il suo nome, la parola mamma, papà e nonni, incominciando così ad usare la penna proprio per scrivere!

In effetti ogni bambino giorno dopo giorno, attraverso i giochi e le esperienze che ne deduce, compie degli esercizi unici nel loro genere, cresce stimolando la manualità, la lateralizzazione, l’apparato visivo e la creatività. Chiaro è che sta anche a noi adulti proporgli giochi educativi e finalizzati ad apprendimenti educativi.
Uno dei giochi che piace fare molto ai bambini è quello delle mollette, i piccoli adorano prenderle e posizionarle su oggetti, come un cestino o il coperchio di una scatola. In effetti l’uso delle mollette corrisponde ad un gesto che i bimbi vedono compiere quotidianamente dalla mamma e quindi per loro è anche una sorta di imitazione, oltre che di divertimento.
Attraverso questo gioco i piccini muovono le mani, utilizzano le dita, principalmente fanno forza con il pollice e l’indice. Una banalissima molletta richiede al bambino più esercizi fisici e mentali, tra cui coordinazione nei movimenti, fermezza nelle mani e attenzione nei gesti.

Provate dunque a lasciare il piccolo in compagnia delle mollette e magari di uno stenditoio in miniatura … coinvolgetelo nel gioco del bucato e sfruttate il potenziale di un piccolo oggetto di uso comune, utile ai fini dell’educazione e della manipolazione.
Esortate il bambino a comporre file di mollette … disegni ed istallazioni fantasiose!

“E’ la piccola mano cercante del bimbo di quattro anni che tocca tutte le cose intorno nel tentativo irresistibile e inconscio di stabilire le sue coordinazioni definitive“. Maria Montessori, La scoperta del bambino.



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