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Festival di Sanremo 2012: da Adriano Celentano alla farfallina di Belen

di Federica Federico

17 Febbraio 2012

Noi non siamo nati per morire ma per vivereNon esiste una sede naturale della cultura né vi sono luoghi preposti al sapere, la conoscenza dovrebbe essere come l’amore, essa dovrebbe, cioè, diffondersi ovunque e comunque.

Noi non siamo nati per morire ma per vivere – questa è stata una delle prime affermazioni choc di Celentano a Sanremo 2012.

Gli uomini di Chiesa, i preti ed i frati dovrebbero ricordare la naturale propensione dell’uomo alla vita, la sua “aspirazione” al bene, al bello ed infine al Paradiso.

Perché i preti non parlano mai del paradiso? E perché non ci consolano con ciò che Dio ci ha promesso?

La promessa di Dio è auspicio d’amore e speranza. Celentano ha suggerito alla vasta platea dell’Ariston l’importanza che tale “messaggio positivo” può avere sui malati, sui disperati e sugli ultimi.

Laddove oggi la cerchia degli ultimi si va vastamente allargando con l’allargarsi della miseria, della depressione e del malessere sociale. È innegabile che gli ultimi, attualmente, siano i disperati ed i malati ma anche i figli della crisi e del disastro economico.

operai di Milano che dalla Torre della stazione centrale di Milano con vigore, tenacia e dignità protestano contro l’alta velocità? Non sono forse bisognosi di speranza, considerazione e Vita gli operai di Milano che dalla Torre della stazione centrale di Milano con vigore, tenacia e dignità protestano contro l’alta velocità?

Dov’è Dio l’uomo di fede lo sa; Celentano, forse, si chiede dove siano finiti i discepoli, gli apostoli e i testimoni della fede e più profondamente dove sia finita la speranza del mondo. Eticamente (e questo nessuna commissione potrà mai negarlo) il discorso di Celentano è letteralmente ispirato da Dio e dai suoi principi, nella ricerca del paradiso è insita l’esortazione all’amore al rispetto e alla gioia.

Karol Wojtyla san valentino<< L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano>> … a ricordarlo fu il Papa che strinse le mani ai giovani ed avvolse i loro cuori, il Papa che con la sofferenza testimoniò l’amore di Dio esponendo la sua debolezza e sempre commosse il mondo: Karol Wojtyla (la citazione è tratta dalla Esortazione Apostolica Familiaris Consortio del 22 novembre 198).

Ricordare l’amore, in un tempo in cui dare vale meno che ricevere, produce un effetto bomba, disgrega e destabilizza. Di certo il Molleggiato ha lavorato mantenendosi fedele al suo stile provocatorio ed ha usato le parole come fossero un potente ariete, come un’arma di assedio al silenzio, alla non conoscenza ed alla paura di lottare per un mondo migliore.

Celentano non ha torto!

moderna crisi economicaIn una modernità senza amore e senza speranza si perde di vista l’umanità e con essa la centralità dell’individuo nei percorsi del mondo.

Lo dimostra anche il dramma di Harukleia Lambrousi, la donna greca che ha minacciato il suicidio da un balcone del Dek, uno dei tanti enti greci che ha annunciato la chiusura.

Ebbene questa moglie e madre è l’emblema della disperazione per la crisi economica ed è, insieme, il ritratto dei contemporanei “ultimi” in bilico tra un passato di normale “sopravvivenza” ed un futuro pericoloso perché vuoto e buio!

 

occhi foderati

Ma l’Italia, oltre le polemiche, ha compreso Celentano?

Forse si ma probabilmente è sconveniente promuovere messaggi tanto rivoluzionari come quello di Dio … di fatto è più semplice concedere ristoro alla mente turbata e afflitta dai mali moderni …

… non temete Sanremo non costringe solo alla riflessione dolorosa e intima sulle parole di Celentano, non pretende il vostro giudizio e la vostra esegesi … Sanremo, diversamente, cura le ferite inferte da Celentano con un bel volo di farfalla e grazie alla esibizione delle “bellezze” di Belen riunisce ciò che l’amore aveva spaccato!



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