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Embrioni distrutti all’Ospedale San Filippo Neri di Roma

di Mamma Licia

06 Aprile 2012

 il 27 marzo scorso al Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri

Novantaquattro embrioni distrutti. Una ferita gravissima e forse l’ultima speranza per quelle 34 coppie che volevano diventare genitori. Il loro desiderio è andato perduto in quell’incidente che si è verificato all’impianto di azoto liquido che alimenta il servizio di criobiologia per la crioconservazione di materiale biologico all’Ospedale San Filippo Neri di Roma.

Negligenza, imperizia, caso… Cos’è successo il 27 marzo scorso al Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri?

Un guasto all’impianto di azoto liquido: “un innalzamento della temperatura, con azzeramento del livello di azoto, lo svuotamento del serbatoio, e la conseguente perdita di 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale”, ha comunicato in una nota la Direzione dell’Azienda Ospedaliera.

Domenico Alessio, direttore generale del San Filippo Neri, ha detto che l’azienda ospedaliera è “parte lesa” nell’incidente accaduto ed ha presentato un esposto alla Procura d il 27 marzo scorso al Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neriella Repubblica di Roma, contestando quanto successo alla ditta responsabile della manutenzione, conduzione e controllo dell’impianto di crioconservazione, la società Air Liquide Sanità Service.

Essa dovrà rispondere, con una relazione tecnica, alla domanda di cosa sia successo all’impianto di azoto liquido.

La Procura di Roma intanto ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati, con l’orientamento di avviare, per il momento, un procedimento soltanto civile, un contenzioso circa il risarcimento dei danni alle coppie coinvolte nella perdita degli embrioni e probabilmente di figli.

Il senatore Ignazio Marino il 27 marzo scorso al Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ha chiesto “ai carabinieri del Nas di acquisire tutti i documenti necessari a chiarire quanto è accaduto, se siano state in particolare rispettate tutte le disposizioni sulla sicurezza e la gestione della crioconservazione”.

Il Tribunale per i diritti del malato del Lazio si costituirà parte civile in un eventuale processo. “Quanto è accaduto alle 34 famiglie è un danno enorme. – ha detto sabato scorso il segretario regionale del Tribunale del malato – Su questo lunedì prossimo presenteremo una denuncia”.

E Severino Antinori, presidente dell’Associazione mondiale di Medicina della riproduzione, chiede che venga chiuso il il 27 marzo scorso al Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri Centro di Procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri. “È grave la responsabilità della direzione generale dell’ospedale – ha detto Antinori – e gravi le responsabilità del presidente Renata Polverini perché da tempo abbiamo chiesto la chiusura di questo centro e di altri centri simili nel Lazio che non sono in regola con la legge 40, o perlomeno non sono adeguate alle esigenze di queste metodiche di fecondazione”.

Un’ispezione al San Filippo Neri è stata disposta dal Centro Nazionale Trapianti, che ne darà relazione al ministro della Salute, Renato Balduzzi, che, intervenuto sulla vicenda, ha anche chiesto un rapporto dettagliato al Dipartimento della Sanità pubblica e dell’innovazione.



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