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Vacanze di Natale: gite in alta quota in montagna

di Mamma Simona

05 Novembre 2010

Bimbi e alta quota in montagna

Fino a poco tempo fà correvano voci popolari e pareri di medici non proprio informati sull’argomento circa la proibizione di portare bambini oltre i 1.000 metri di altitudine.
Ciò è stato sfatato dalla Commissione Medica dell’UIAA (unione Internazionale Associazione Alpinismo) che ha redatto un testo a riguardo con delle direttive utili e chiarificatorie.

Neonato e lattante (da 0 a 2 anni): al di sotto dei 2.000 mt non vi è alcun rischio se non legato al male di montagna acuto. Ad una maggiore altitudine aumeta il rischio di MAM (Mal di Montagna subacuto infantile).

Esistono delle precauzioni da prendere: evitare di andare in quota se il bambino è affetto da una malattia virale respiratoria, procedere per gradi ovvero intraprendere la salita dilatando i tempi in modo che il bambino possa abituarsi all’altitudine, essere “acclimatato”. Dunque sì a salite a piedi, da evitare quelle a mezzo funivia.

I bambini da 2 a 5 anni: possono salire senza rischi fino a 2.500-3.000 mt.

Procedere sempre con salita lenta per evitare rischi di mal di montagna acuto o perfino edema polmonare a seguito di una salita dopo un soggiorno a “livello del mare”. Meglio evitare ascensioni per bambini con malattie virali respiratorie.

I bambini da 5 a 10 anni: possono arrivare e soggiornare fino ad un’altitudine di 3.000 mt.

Anche in questo caso meglio evitare l’altitudine se il bimbo presenta malattie respiratorie.

Il bambino di oltre 10 anni: nessun soggiorno in altitudine è controindicato, ormai il fisico è idoneo a sopportare l’altitudine come quello di un adulto.

In generale ci sono delle indicazioni da seguire:
Evitare il veloce raggiungimento di quota (per esempio usando funivia e auto ) a bambini tanto più se piccoli, poiché la tromba di Eustachio non può giocare la sua funzione di equilibratore della pressione con l’orecchio medio ovvero possono apparire delle otalgie specialmente se il bimbo è raffreddato.

Inoltre la salita lenta previene il mal di montagna che si manifesta con mal di testa, nausea, riduzione dell’appetito, vomito, irrequitezza, disturbi del sonno, al sopraggiungere di questi disturbi è consigliabile scendere di quota.
Evitare il trasporto in carrozzina con tempo freddo o quando il bambino dorme profondamente, poiché la circolazione negli arti inferiori potrebbe essere compromessa.

Proteggere la pelle contro l’aggressione dei raggi UV a mezzo di crema solare a indice di protezione alto (almeno 30, per i più piccoli 50+), nonché gli occhi con occhiali da sole con alette laterali e cappellino.

L’ossigeno in alta quota diminuisce e dunque anche quello preso dai polmoni e portato in giro per tutto il corpo dai globuli rossi, potrebbe portare il bambino ad una maggiore stanchezza. Acclimatandosi, ovvero abituandosi all’altitudine, anche il corpo reagisce producendo più globuli rossi che portano quindi a far circolare più ossigeno, ecco perchè è importante rispettare tempi dilatati per le salite in quota dei bambini.

E’ importante fare attenzione circa i cambi atmosferici poichè la regolazione termica e la capacità di adattamento dei bambini non è del tutto sviluppata, così l’adulto può intervenire coprendoli in modo tempestivo con l’abbassarsi del termometro!

Per prevenire il calo di zuccheri una barretta di cioccolato è ideale e per la sete si possono portare durante le passeggiate borracce che tengano l’acqua fresca.



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