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Nido e Asilo: come scegliere la scuola migliore per nostro figlio

di Federica Federico

27 Agosto 2010

Le ferie non rappresentano una semplice interruzione delle normali occupazioni, le vacanze offrono a mamma e papà la possibilità di dedicare più spazio ai bambini. Poco conta se alla fine ci si stanca molto e se il tempo per il meritato riposo sembra mancare, trascorrere una intera giornata con i piccoli è sempre esaltante, osservarne conquiste e progressi ci riempie di orgoglio e ci carica di forza.
L’estate, intesa come “momento familiare”, accresce noi ed i nostri cuccioli, avvicina bimbi e genitori, saldando i rapporti e rinforzando la complicità attraverso i momenti di gioco e le esperienze condivise.
Ma come tutte le cose belle anche le ferie finiscono, spesso troppo velocemente. Ritorna il tempo del lavoro, quello della quotidiana routine e per i piccoli è quasi giunto il momento del nido o dell’asilo.

Nido ed asilo sono utili e spesso indispensabili ausili nella gestione del bambino, specie per le mamme che lavorano, ma rappresentano anche luoghi di sviluppo emotivo e sociale per i nostri piccoli.
Attraverso l’esperienza scolastica il bimbo, sin dal nido, impara a rapportarsi al mondo e con esso agli estranei, si emancipa dall’ambiente domestico e cresce superando il distacco dalla figura di riferimento (di norma rappresentata dalla mamma).

In questo senso l’importanza di nido ed asilo è nota, ma è comunque normale che una mamma “soffra” della separazione dal figlio e nello scegliere la struttura e le persone a cui affidarlo si preoccupi di metterlo in buone mani.
Dinnanzi a quali condizioni noi mamme possiamo dirci sicure della nostra scelta?

L’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, si è occupato degli standard qualitativi dei servizi all’infanzia nella norma UNI 11034.
Ma che cosa è l’ Ente Nazionale Italiano di Unificazione? Tale organismo è un’associazione privata senza scopo di lucro che, svolgendo attività normativa in diversi settori sociali (industria, commercio e terziario), persegue l’obiettivo di mantenere in Italia gli standard garantiti, per le stesse prestazioni, fuori dai confini nazionali.
E che cosa è l’ UNI 11034? È una certificazione di servizio che, in linea teorica, individua gli standard di qualità di una struttura per l’infanzia.
Gli asili ed i nidi che si conformano alla normativa UNI 11034 scelgono di mettere in pratica le direttive di alta qualità individuate dall’ente. Ciò sicuramente eleva gli standard e garantisce l’eccellenza del servizio, attesta un approccio al lavoro assai professionale e dimostra l’attenzione della struttura e di chi la gestisce a soddisfare i bisogni del bambino massimizzandone il benessere.
Quindi un genitore, affidando il piccolo ad una scuola certificata UNI 11034, può, a ragion veduta, aumentare la propria sicurezza.

Proviamo a guardare alle strutture per l’infanzia attraverso la lente d’ingrandimento della UNI 11034 e cerchiamo di capire quando un nido o un asilo possano definirsi affidabili.

Quali sono gli indicatori di qualità di una struttura per l’infanzia?

  • Il primo incontro con le maestre è di fondamentale importanza: esso offre ai genitori l’opportunità di comprendere il vero orientamento della scuola. In una struttura attenta al benessere del bambino, le educatrici si preoccuperanno, come prima cosa, di stabilire un dialogo con mamma e papà, il loro intento sarà quello di inquadrare al meglio il bimbo, il suo carattere e le sue abitudini per accoglierlo nel miglior modo possibile. Quindi il colloquio ideale è quello in cui raccontiamo del nostro piccolino e ragioniamo con le maestre su come presentargli la nuova avventura della scuola, non trascurando, tuttavia, le piccole paure di mamme che tutte nutriamo, le ansie da distacco e la dolce angoscia che tal volta proviamo nello scoprire che il bambino sta crescendo.
  • Affinché il bambino viva con serenità il distacco dalla mamma ed accetti la scuola senza traumi è importante che l’inserimento sia curato con attenzione e dedizione. La regola d’oro è la gradualità, diffidate dagli inserimenti non graduati sulle soggettive esigenze del bambino, ogni cucciolo ha i suoi tempi per accettare e metabolizzare la nuova esperienza ed essi vanno assolutamente rispettati. In poche parole l’inserimento non deve rispondere alla utilità della struttura scolastica, né a quella degli adulti, ma deve accompagnare il bimbo nel delicato percorso di emancipazione dalla mamma e dall’ambiente familiare. A volte anche i bimbi più vivaci ed estroversi accettano mal volentieri la permanenza a scuola, questo problema è tanto comune quanto banale, semplicemente non è il loro ambiente. Noi mamme dobbiamo tenere sempre ben presente che i piccoli conoscono e “vivono” la famiglia e la casa come il loro naturale universo. È in questo loro luogo che si sentono sicuri ed accolti, fuori non è detto che siano tranquilli, non sempre e non facilmente saranno pronti ad affrontare le esperienze “sociali”, i tempi di adattamento, poi, non sono uguali per tutti. L’UNI ritiene fondamentale l’assistenza di un familiare nell’inserimento e ne raccomanda la graduazione secondo le soggettive necessità del piccolo. In linea generale un inserimento non traumatico è per l’UNI quello che per almeno una settimana gode dell’ausilio e dell’accompagnamento di un familiare.
  • Famiglia e scuola devono viaggiare sempre su piani paralleli e non devono mai entrare in conflitto; è fondamentale instaurare un rapporto di reciproco e costante confronto tra genitori e maestre. Una buona scuola è quella che coinvolge le mamme ed i papà nei progetti educativi, li informa dei progressi e delle conquiste dei bimbi, si confronta con loro sui nuovi obiettivi accordandoli nel giusto modo ad ogni piccolo. Tutto questo è possibile se la scuola realizza momenti fisici di confronto con le famiglie, ovvero se organizza incontri periodici con i genitori.
  • Secondo la norma UNI la scuola deve avere un progetto educativo definito, dettagliato e documentato. Nelle migliori strutture, quindi, non potrà mancare un documento programmatico con cui la scuola presenta alle famiglie i propri obiettivi educativi. La crescita di un bimbo si raggiunge attraverso attività ed esperienze, manipolazione, musica, disegno recitazione saranno quindi gli strumenti di cui le educatrici si avvarranno per raggiungere i loro obiettivi. Tuttavia ciascuna di queste pratiche va adattata al singolo bimbo, misurata con le sue capacità ed attitudini.
  • Assai importanti restano i momenti di gioco libero, quelli in cui il bimbo gestisce in autonomia gli strumenti e gli spazi che gli offre la scuola, senza essere canalizzato in attività pilotate dalle educatrici. Il gioco in autonomia permette al piccolo di conoscere se stesso, di provare le proprie capacità e la personale fisicità, rafforza l’autostima e aiuta l’affermazione dell’io.
  • Una buona scuola è quella capace di progettare un programma educativo flessibile che si adatti il più possibile al bambino senza pretendere di uniformare tutti gli alunni, ma esaltando e curando le diversità di ciascuno nel gruppo. Quando il bimbo è molto piccolo le sue abitudini normali vanno rispettate e preservate, in questo senso assai importante è la flessibilità oraria. La famiglia deve poter scegliere se lasciare il bimbo per mezza giornata o prolungare la sua permanenza sino al pomeriggio avvalendosi della mensa. È altresì importante che la scuola sia attrezzata per assecondare e curare l’abitudine di alcuni piccoli al sonno pomeridiano, abitudine tanto più importante e delicata quanto più piccolo è il pupo.
  • È essenziale che gli ambienti siano sicuri, accoglienti, luminosi, ben arieggiati ed idonei all’uso a cui sono destinati. In questo senso una buona struttura garantisce la dis ponibilità di ambienti separati per le differenti attività: ci dovrà essere una stanza per la ninna, una per la pappa ed una per il gioco. Gli stessi servizi igienici dovranno essere in ottime condizioni d’uso, puliti ed a misura di bimbo.

  • L’UNI, recependo le più moderne direttive nazionali ed europee di promozione e sostegno del latte materno, individua un importante standard di qualità nella tutela dell’allattamento . I nidi devono accettare il latte di mamma per i pasti del bimbo, quindi devono essere ben attrezzati per la sua conservazione. Allo stesso modo debbono essere pronti ad accoglier e le mamme che personalmente vogliano e possano recarsi al nido per allattare il piccolo.
  • Una buona struttura per l’infanzia dovrebbe affidare i piccoli a educatori qualificati.
  • Il rapporto numerico tra maestre e bimbi è regolato da norme regionali. Al di là di esse l’UNI individua le condizioni ideali in un rapporto 1 a 5 per i piccolissimi ed in un rapporto di 1 ad 8 per gli alunni dell’asilo.

Difficilmente una struttura riuscirà a realizzare perfettamente tutte le direttive UNI, ciò che massimamente conta è, a mio avviso, la centralità del bambino, il rispetto della sua soggettività ed il rapporto con la famiglia. Per parte mia sono questi gli elementi determinanti nella scelta della struttura che accoglierà il bambino.




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