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Nichi Vendola scandalo sanità in Puglia

di Mamma Filo

15 Aprile 2012

 Nichi Vendola e gli ex assessori regionali alla Sanità, Tommaso Fiore e Alberto Tedesco.Nichi Vendola e gli ex assessori regionali alla Sanità, Tommaso Fiore e Alberto Tedesco sono al centro delle indagini della Procura di Bari per un passaggio fallito di 45 milioni di Euro dalla Regione Puglia all’ Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Le accuse a loro carico non sono leggere, si parla una di una cinquantina di capi d’ accusa, dall’ abuso d’ ufficio, al peculato e al falso; ma alla lista si aggiungono anche il Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Mario Paciello e Don Mimmo Laddaga, coinvolti nella mancata transazione di denaro.
Pronta la replica del Governatore Vendola, che dichiara la sua più totale lontananza dai fatti inputatigli.
Vendola non si sottrae al pubblico confronto e, come affermato anche durante la consegna del ” Provolone ” da parte degli inviati di Striscia la Notizia, Fabio e Mingo, si stranisce di come in un Paese quale il nostro, dove solitamente sono i raccomandati a primeggiare nei concorsi pubblici, lui venga accusato per la vittoria del Dott.r Sardelli, a suo dire il più preparato e che avrebbe contribuito ad aumentare il prestigio dell’ ospedale.
Sono quindi due gli avvisi di garanzia giunti a Vendola nel corso di poche ore; il coinvolgimento in presunti brogli di nomine sanitarie farebbe emergere una vera e propria rete che aveva il compito di pilotare econtrollare voti, nomine e appalti.
I pm Digeronimo, Bretone e Quercia ritengono che il gruppo abbia governato l’intero sistema sanitario regionale nel triennio 2005-2008.
Si ritiene che il gruppo agisse seguendo una vera e propria cupola del poterr,con a capo Alberto Tedesco, che poteva avvalersi dell’ aiuto di Mario Malcangi, suo braccio destro. L’ accusa crede che il gruppo si sarebbe riunito con l’ intento di: ” commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, concussione, turbativa delle gare d’appalto, orientando l’esercizio della funzione pubblica degli uffici delle Asl pugliesi, inserendo ai vertici delle aziende direttori generali di propria fiducia; i quali in accordo con i referenti politici nominavano a loro volta come direttori amministrativi o sanitari (secondo livello) e come primari (terzo livello) persone legate al Tedesco e al Malcangi in modo da costituire una rete che era in grado di controllare forniture e gare d’appalto, che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politic i e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voto elettorali da dirottare verso Tedesco in occasione delle competizioni elettorali “.
Tedesco, persona che secondo l’ accusa ha ricoperto il ruolo principale, poteva guidare ed organizzare l’ intero sistema, grazie alla sua carica di assessore, pilotando le nomine nel modo che ritenesse migliore.
Ovviamente gli imputati rigettano le accuse mentre il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Rocco Palese, ai microfoni dei giornalisti lancia un accusa: ” Noi siamo garantisti, ma siamo certi che il sistema delle spartizioni nelle Asl pugliesi non stia continuando? Lo spaccato che continua ad emergere dalla stampa conferma quel che noi denunciamo da anni: un sistema di anarchia e spartizioni politiche nella sanità pugliese. E alcuni tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, sono rimasti al loro posto, nella sanità pugliese, fino a qualche mese fa ” .
Nichi Vendola non ci sta e ritiene che le accuse a suo carico, in particolar modo quelle portate avanti da Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, solo la testimonianza di forte rancore e risentimento nei propri confronti, colpevole solamente di averla licenziata in passato, quando fu lei stessa ad essere coinvolta in inchieste di malasanità . Queste sarebbero secondo Vendola le motivazioni che hanno mosso la Dott.ssa Cosentino ad accusarlo ma nei ducumenti al vaglio delle indagini, a rafforzare la tesi della Cosentino si può leggere che il Governatore l’ avrebbe spinta a posticipare la chiusura del concorso in questione in modo da poter permettere al Dott.r Sardelli di parteciparvi, dopo un iniziale rifiuto perché impegnato nel progetto di un altro ospedale. La Cosentino a suo dire, si è trovata costretta a prorogare il termine del concorso perché messa sotto pressione da Vendola; così come in un occasione prece dente quando le stesse pressioni le sono arrivate prima da Fiore e poi da Vendola per il concorso di Primario del reparto di Rianimazione di Altamura.
Per difendersi Nichi Vendola ha anche indetto una conferenza stampa durante la quale ha ribadito che i virgolettati nei quali si leggono frasi del tipo: ” non preoccuparti ti copro io … deve vincere per forza Sardelli … oppure … questa cosa la devi fare a tutti i costi … “ , non gli posso essere attribuiti perché riconducibili solamente a fatti racconatati secondo la memoria della Dott.ssa Cosentino. Fonda la sua difesa anche sulle parole di un Gip che esclude la presenza di condizionamenti o pressioni dell’ attività istituzionale e ricorda che la Dott.ssa Cosentino fosse terrorizzata dall’ idea che il Governatore Vendola potesse scoprire che commetteva degli illeciti.


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