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Marò italiani in India: pagamento di un risarcimento ai parenti delle vittime

di Mamma Simona

20 Aprile 2012

Mentre i nostri due marò rimangono in custodia in un carcere in India in attesa di processo, il governo italiano ha raggiunto con i legali dei parenti delle vittime, un accordo extragiudiziale che sancisce l’impegno al pagamento di un risarcimento di 10 milioni di rupie ovvero 146.000 euro per ogni famiglia.

La cifra accordata è frutto di una trattativa e negoziazione delle due parti.

La notizia, dapprima pubblicata sul Times of India, è stata confermata dal Ministro italiano della Difesa Gaimpaolo Di Paola che così afferma “È stata una donazione, un atto di generosità, al di fuori di un contesto giuridico“…..”un atto che il governo italiano ha ritenuto di dover fare” con riferimento implicito alla perdita delle famiglie.

Una domanda sorge spontanea da parte del “popolino”: è giusto, tra l’altro in un periodo di profonda crisi economica, “regalare” tutti questi soldi, frutto delle tassazioni sui contribuenti italiani, alle famiglie dei pescatori uccisi, tanto più che stiamo combattendo per l’affermazione della non colpevolezza dei marò?

Se l’atto ha uno scopo caritatevole, allora guardiamo un po in casa nostra e vediamo di elargire diversamente, visto le tante e diffuse situazioni di famiglie italiane ridotte sul lastrico, di disoccupati che non sanno più come pagare l’affitto, di famiglie che vanno alla Caritas per portare a casa il pacco alimentare.

Inoltre, dove sta la coerenza nell’affermazione di innocenza, in concomitanza con la proposta di risarcimento?

Questa è una logica che va oltre i tentativi di mascherarsi dietro i meccanismi della diplomazia e che contribuisco a disegnare un quadro debole di un governo incapace di tutelare e due propri militari e l’immagine dell’Italia.

Il nostro paese sta facendo una magra figura a livello internazionale, l’ennesima e, giustamente, perdiamo in credibilità e diventiamo oggetto di derisione.

A seguito dell’accordo giunto fra le due parti circa la cifra, il governo italiano ha chiesto alla Corte Suprema locale di revocare la denuncia per omicidio nei confronti dei due marò.

Dunque si è trattato di un “pizzo legalizzato” finalizzato ad ottenere ciò che ci spetta di diritto?

Dal canto loro gli avvocati indiani hanno dichiarato che il risarcimento estinguerà solo l’azione civile per la quantificazione dei danni dei marò e della compagnia della Lexie. La procedura penale andrà avanti e verrà portata in giudizio.

Nel frattempo la carcerazione preventiva dei marò è stata prorogata fino al 30 aprile.

Sulla vicenda Lexie ci sono novità. Alla Corte suprema è arrivato un richiamo da parte del governo di Nuova Delhi che stabilisce che la polizia di Kerala non ha alcuna autorità per impedire la partenza della nave, in quanto manca la giurisdizione che giustificherebbe il fermo della nave e le indagini sull’incidente, ciò è quanto è stato diffuso dall’emittente indiana Ibn/Cnn. Dal canto suo la corte di Kerala ha riconfermato la propria posizione e risponderà alle accuse mosse dopo aver consultato esperti di diritto.



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