Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Costa Concordia rimozione e recupero nave, ultime notizie

di Maria Corbisiero

24 Aprile 2012

costa concordia incidenteDopo aver visionato e vagliato i 6 progetti pervenuti entro il 3 marzo, termine ultimo per partecipare alla gara d’appalto per la rimozione del relitto della nave da crociera Costa Concordia, incagliatasi di fronte l’isola del Giglio, il comitato tecnico di valutazione, formato dagli esperti delle compagnie armatrici Costa Crociere e Carnival Corporation, e da quelli della London Offshore Consultants e Standard P&I Club, ha comunicato, nei giorni scorsi, il nominativo della ditta appaltatrice vincitrice: l’ americana Titan Salvage, che si avvarrà della collaborazione della ditta italiana Micoperi.

Secondo quanto riportato in una nota, Pierluigi Foschi, presidente di Costa Crociere, ha così commentato tale scelta:

“Il progetto scelto è quello più solido, in quanto meglio rispondente ai requisiti posti a base della gara: rimozione intera della nave nella massima sicurezza possibile, salvaguardia dell’ambiente, rispetto delle attività turistiche, economiche e sociali dell’Isola del Giglio”.

Una procedura che “Rimarrà nella storia dell’ingegneria navale”, come afferma il commissario delegato all’emergenza Franco Gabrielli.

costa concordiaIl progetto però deve ancora essere autorizzato dalle autorità competenti anche se l’inizio dei lavoro sono previsti per giugno e avranno una durata di circa 12 mesi.

Grande entusiasmo dunque per questo colossale progetto anche se, in merito alla decisione presa, non sono tardate le dovute polemiche soprattutto da parte di chi è stato maggiormente colpito dalla tragedia del naufragio, la regione Toscana.

Infatti, tale risentimento verso una scelta “straniera” viene espresso dallo stesso Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana alquanto irritato:

“La società Costa, ma anche la Protezione civile nazionale e il Governo, devono avere ben chiaro che la nave è naufragata nell’Arcipelago toscano e che noi ne abbiamo subìto e ne subiamo ancora le conseguenze. Pertanto devono ficcarsi in testa che se vogliono portarla via a lavorare deve essere la Toscana ……A noi interessava il miglior progetto ovvero a minor impatto ambientale, ma quello che hanno prescelto risulterebbe anche il più costoso (il costo base stimato per i lavori è di circa 300 milioni di dollari)”.

Parole dirette che tentano di salvaguardare un Paese in piena crisi economica, dove la domanda di lavoro supera di gran lunga quella dell’offerta.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici