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Ittero neonatale: una tutina come cura

di Maria Corbisiero

04 Maggio 2012

ittero neonatiAlcuni bambini appena nati possono avere un colorito della pelle alquanto giallognolo (ittero); questo stato è dovuto all’eccesso di bilirubina (pigmento di colore giallo-rossastro che, nel caso di un neonato, si viene a formare nel corso della distruzione dei globuli).

Solitamente va via dopo alcuni giorni ma, nel caso di persistenza di tale fenomeno a livelli di concentrazione non elevata, il bambino può essere sottoposto ad una cura fototerapica, ossia il neonato viene esposto ad una luce, blu o bianca, di una particolare lampada in modo tale che la bilirubina venga ossidata diventando non nociva.

Questo trattamento però necessita di un allontanamento del nascituro dalla madre proprio nel momento in cui il piccolo ha maggior bisogno delle amorevoli cure del genitore.

ittero neonatiPer evitare questo distacco, un’azienda Svizzera ha ideato un tipo di lampada-tutina che permette ai bambini di effettuare la cura per l’ittero restando “comodamente” nella culla accanto alla mamma.

Il BiliBed, questo il nome dell’apparecchiatura, può essere adottato in tutti quei casi in cui i neonati non necessitano di cure attraverso incubatrici o altre terapie specifiche.

Le sue caratteristiche sono:

  • ittero neonatiAgevola il rapporto mamma-figlio in quanto non crea alcun distacco tra i due essendo adattabile alle culle standard degli ospedali e permettendo così al neonato di restare in camera affinchè la madre se ne possa prendere cura nel corso della terapia;
  • Non necessita di protezione agli occhi perché la luce viene “coperta” dalla copertina “Bilicombi” abbinata appunto all’apparecchiatura;
  • È facile da usare grazie all’ausilio di contatori che ne monitorano l’uso;
  • Garantisce alta efficacia con risultati terapeutici eccezionali;
  • I costi sono contenuti perché il BiliBed è dotato di un unico tubo di luce blu con una potenza di 30 Watt e una durata si 1500 ore.

Questa apparecchiatura è stata usata per la prima volta in Italia nel giugno del 2010, quando l’ Associazione Ristoratori delle Valli Borbera e Spinti, attraverso una raccolta fondi, è riuscita a donarne una all’ ospedale San Giacomo, reparto ostetricia, di Novi Ligure (AL).



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