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Crisi economica e suicidi: artigiano veneto si impicca, un’altra morte disperata

di Maria Corbisiero

07 Maggio 2012

suicidi crisiSembra inarrestabile la scia di sangue che la crisi economica continua a lasciare lungo tutto lo stivale.

Il numero di suicidi nel week-end è salito: altre due sono le vittime della crisi, mentre un terzo uomo è attualmente ricoverato in coma irreversibile.

Sono solo numeri? È così che dobbiamo considerarli?

O sono comuni persone, normali artigiani, piccoli imprenditori, disoccupati, padri di famiglia che, schiacciati dal peso di tasse e debiti con l’erario, decidono di farla finita, rinunciando al loro bene più prezioso: la vita.

suicidi crisi economicaGaetano Trovato Salinaro, 47enne padre di famiglia (lascia una moglie e due figli di 10 e 4 anni), cameriere precario che, proprio a causa della crisi, si è visto ridurre orario di lavoro e stipendio, per un totale di 5 ore a settimana. Oppresso dalla paura di non poter pagare il mutuo della casa e di non poter provvedere al sostentamento della propria famiglia, si impicca nella sua casa a Troina, in provincia di Enna. Lascia quattro biglietti, in uno, quello indirizzato alla moglie, spiega di aver compiuto l’estremo gesto sperando così di attirare l’attenzione sulle difficoltà familiari e che qualcuno li aiuti, mossi anche a compassione.

suicidi crisiPietro Paganelli, 72 anni e una vita dedicata alla propria officina dove riparava barche a Napoli, rilevata poi dal figlio 39enne, si è sparato un colpo in testa sabato 5 maggio. Il gesto disperato era dovuto al ricevimento di 2 cartelle esattoriali, una indirizzata a lui con un debito originario di 30mila euro, importo poi dimezzato, e un’altra destinata al figlio di 11mila euro. Descritto dai parenti con un uomo allegro e che amava la vita, l’uomo ha lasciato un biglietto dove ha scritto “La dignità vale più della vita di un uomo”. Il 72enne è tutt’ora ricoverato all’ospedale Loreto Mare di Napoli in coma irreversibile.

Federico Pierobon artigiano 40enne, viveva a Martellago (VE) dove svolgeva il lavoro in proprio di muratore e posatore. Anche lui, come i suoi predecessori, era oppresso dalla crisi. Il lavoro era divenuto saltuario, l’attività non andava molto bene e lui non era più in grado di poter pagare il mutuo della casa. Dopo aver mandato un sms all’ex fidanzata scrivendo delle sue intenzioni, si è impiccato con un cavo elettrico nella sua stessa casa. La ragazza, purtroppo, è riuscita a leggere quel messaggio troppo tardi.

Gesti di pura follia, attimi di panico estremo finiti male?

suicidi crisi economicaMolto spesso si pensa che i suicidi siano gesti estremi compiuti all’improvviso, in un “momento di pura follia”, ma non credo sia così.

Quelli descritti sopra sono stati studiati e meditati, progetti “conservati” come ultima risorsa, l’ultima spiaggia di un problema, quello dei debiti, che sembra non avere mai una soluzione. Lo testimonia il biglietto di Torvato Salinaro sul quale racconta alla moglie la speranza che la sua morte le possa aiutare.

Una richiesta d’aiuto forte e sconcertante che simboleggia come, nel nostro paese, il singolo cittadino sia meritevole di attenzione e di ascolto solo dopo aver compiuto un gesto plateale e così tragico.

Qualcuno nel web ha commentato una di queste notizie dicendo che la crisi vera in Italia non è ancora arrivata, a costui rispondo “SVEGLIA!” la crisi nel nostro paese c’è ed è forte, peccato venga troppo spesso camuffata da notizie di dubbia rilevanza.



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