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Bruciore di stomaco cause e rimedi

di Mamma Nadia

14 Maggio 2012

sintomi e cure stomacoAvete bruciore di stomaco, acidità, rigurgito?

Allora soffrite di reflusso gastroesofageo, un disturbo dal quale è affetta 1 persona su 3 in Italia.

Ad essere maggiormente colpite sono le donne, dopo i 40 anni, ma il reflusso è molto comune anche nelle donne in gravidanza e nei neonati.

Cos’è il reflusso e come viene diagnosticato.

Tutti conosciamo l’apparato digerente e sappiamo quale percorso compiono gli alimenti ingeriti: bocca, faringe, esofago, stomaco e intestino.

reflusso gastroesofageoTra l’esofago e lo stomaco, vi è una valvolina che si apre al momento dell’ingestione e si chiude dopo il passaggio del cibo. Nelle persone affette da reflusso, questa valvolina non si chiude o, comunque, tende a riaprirsi, favorendo la risalita, nell’esofago, di cibo o succhi gastrici.

Si può soffrire di reflusso occasionalmente, oppure più frequentemente, anche tutti i giorni, dopo ogni pasto: nel secondo caso non si tratta più di disturbo ma di malattia da reflusso, che non va sottovalutata.

Quando il bruciore di stomaco, l’acidità e il rigurgito acido sono persistenti, è necessario rivolgersi al proprio medico che, al fine di avere una diagnosi certa, potrebbe richiedere di essere sottoposti ad alcuni esami.

Il più attendibile e sicuro è la gastroscopia. Dura pochi minuti e non è doloroso. Tuttavia, durante l’esecuzione si può avvertire fastidio. Per questo, oltre ad uno spray anestetizzante per il cavo orale, il medico potrebbe prescrivere sedativi o antidolorifici.

gastroscopiaLo stomaco deve essere completamente vuoto, quindi non è possibile ingerire né cibo né acqua dalle 8 alle 12 ore prima dell’esecuzione dell’esame. Dopo un breve colloquio con il medico, il paziente viene sdraiato sul lato sinistro e gli viene infilato, attraverso la bocca e fino allo stomaco, un tubo lungo e sottile (endoscopio). Al suo apice sono presenti una piccola luce e una telecamera.

Ove si ritenga necessario, durante questo esame può essere prelevato un piccolo pezzo di esofago, che verrà sottoposto ad esami più approfonditi.

gastriteCome si cura

A seconda della gravità della malattia, vi sono differenti cure.

Ma prima di tutto è necessario rivedere le proprie abitudini.

Se si è in sovrappeso o obesi, il primo consiglio è quello di mettersi a dieta. L’eccesso di peso, infatti, tende a comprimere lo stomaco, favorendo l’apertura della valvolina dello stomaco e la fuoriuscita del suo contenuto.

Un altro nemico del reflusso è il fumo, che oltre ad essere dannoso in generale, causa il rilassamento della valvolina, a favore del reflusso.

Ma anche sdraiarsi dopo mangiato e usare vestiti troppo stretti favoriscono il reflusso. Quindi, aspettate almeno 4 ore dopo aver mangiato per coricarvi e indossate vestiti comodi.

Affidarsi, inoltre, ad una buona dieta, riduce, nel 50% dei casi, il disturbo. Ecco quali sono i cibi da evitare:

gastritecarni grasse, affumicate e insaccati;

– formaggi grassi e stagionati;

– dolci, creme e cioccolato;

– burro, strutto e dai;

– spezie, specialmente quelle piccanti;

– alcolici, caffè, bibite gasate (anche l’acqua) e succhi di frutta;

– latte intero e uova sode;

– tutti i fritti.

Sono, invece, da prediligere:

– acqua naturale e, preferibilmente, a temperatura ambente;

cura per gastrite mele, more, lamponi, meloni, banane, pere, pesche e verdura, tutti i tipi;

– pasta e riso, purchè con condimenti leggeri;

– carne di tacchino, di pollo, di vitello e di coniglio;

– pesce;

– uova alla coque o frittate;

– latte scremato;

– olio di oliva e.v.o.;

– formaggi freschi e yogurt.

brucioriE’ di grande aiuto alla lotta contro il reflusso l’attività fisica, purché lontano dai pasti.

E’ bene, inoltre, mangiare poco ma spesso nell’arco della giornata e evitare i pasti abbondanti, specialmente la sera.

Ove il cambio di abitudini e di dieta alimentare non fossero sufficienti, è necessaria l’assunzione di farmaci.

Anche se in commercio vi sono molti medicinali senza l’obbligo di prescrizione, è sconsigliata, specie nei casi più persistenti, l’automedicazione. E’ indispensabile rivolgersi al proprio medico o al gastroenterologo per avere una cura adeguata.

 

 



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