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Brindisi attentato: fermato presunto colpevole

di Redazione VitaDaMamma

07 Giugno 2012

Attentato di Brindisi: il presunto colpevole

Nome: Giovanni Vantaggiato

Età: 68 anni

Città: Copertino in provincia di Lecce

Occupazione: titolare di un deposito di carburante agricolo

Stato civile: sposato con due figlie

è lui l’uomo che si cerca dal 19 maggio, quando un attentatore fece scoppiare un ordigno artigianale composto da 3 bombole gpl munite di timer per lo start alla detonazione. Allora morì una studentessa Melissa Bassi che come tutti i giorni, insieme agli altri studenti della scuola Morvillo Falcone di Brindisi, si stava recando a scuola. Rimasero ferite altre 7 studentesse, la più grave è Veronica Capodieci di 15 anni, attualmente ricoverata a Pisa, dove è curata per le ustioni, le fratture e il trauma al torace.

Presunto colpevole?

Non più. Ora è reo confesso.

Ho preparato e messo io quella bomba” sono parole che tolgono l’incertezza.

Il procuratore della DDA di Lecce Catalfo Motta aveva riportato già ieri sera l’annuncio della confessione.

Le ipotesi avanzate in passato circa una firma mafiosa, anarchica o di terrorismo, in realtà subito decadute, lasciano spazio ad un’amara verità.

Tutti ci chiediamo da quel giorno il “perché” un atto tanto brutale, inconcepibile perfino per uno stampo di malavita organizzata, che pur agendo nell’illegalità, mantiene un codice etico che ripudia l’accanimento sulle creature innocenti, i bambini.

Oggi abbiamo la risposta.

Si è trattato di vendetta privata.

Ma il movente è confuso, lascia perplessità e dubbi che andranno dissipati.

10 ore di interrogatorio in cui il Vantaggiato ha mostrato momenti di lucidità ed altri di squilibrio.

Il procuratore Motta ha affermato: “…sta bene mentalmente. Ha ammesso la sua partecipazione, ma per quanto riguarda il resto non è convincente“.

Le prime ipotesi del movente, ancora da chiarire sarebbero:

  • un attentato rivolto contro il sistema giudiziario per presunti torti ricevuti… ma allora non si spiega perché obiettivo è stata la scuola e non il tribunale vicino

  • vendetta contro il preside della scuola Angelo Rampino col quale ci sarebbero stati risentimenti dovuti al patteggiamento per una condanna a carico del Rampino per abusi sessuali nei confronti di una trentenne, vicina di casa, che avrebbero montato del risentimento del Vantaggiato, spinto ad agire per “punizione”… e dunque perché colpire i ragazzi?

  • vendetta per un ipotetico mancato riconoscimento di una truffa che avrebbe subito l’uomo per il valore di 300mila euro a causa di una malagiustizia che non ha condannato tutti gli imputati.

Tale piste sono ancora confuse, poco concrete e dubbiose. Servono indagini per chiarimenti.

Qualche perplessità circa la compatibilità dell’uomo ripreso nei video e il Vantaggiato, i pm l’hanno dimostrata.

Ciò che risulta certa è la videoripresa dell’auto, oggetto di attenzione degli inquirenti, che coincide con quella parcheggiata nel deposito del Vantaggiato, intestata alla moglie, e la conferma delle celle telefoniche che portano all’incriminazione dell’uomo.

L’imprenditore, attualmente in stato di fermo presso il carcere “Borgo San Nicola” di Lecce, avrebbe dichiarato di aver agito da solo, senza complici.

Ora che le indagini hanno portato al colpevole, gli italiani sono soddisfatti nella loro richiesta di individuazione dell’attentatore.

… un dubbio sorge spontaneo: il Vantaggiato sarà veramente IL colpevole o capro espiatorio per nutrire la sete di giustizia dell’opinione pubblica?



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