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Iperattività infantile

di Dott. Giuliano Gaglione

26 Giugno 2012

iperattivitàIperattività infantile

Carissimi lettori, potrebbe essere capitato di trovarvi al cospetto di bambini o ragazzi in costante e perenne movimento: queste piccole pesti girano continuamente per casa, corrono anche nei posti “delicati”, non riescono a portar a termine un compito, facilmente si lasciano distrarre anche dalla cosa più banale, riescono a trovare la scusa più scontata per potersi alzare e darsi da fare, per poi muoversi nuovamente; a scuola non riescono ad ascoltare le spiegazioni perché hanno la tendenza a muoversi, a volte non stanno fermi neanche quando si cullano tra le braccia di Morfeo.

Non è semplice per qualsiasi persona saper gestire questi piccoli uragani, soprattutto i genitori, in quanto, stanchi delle fatiche lavorative, non riescono a contenere questa “particolare euforia dei loro piccoli”.

iperattivitàTuttavia, è necessario fare attenzione al modo in cui si reagisce alliperattività infantile, poiché non sempre c’è la volontà di mettere in atto dei comportamenti frenetici, ma esistono delle alterazioni cerebrali e delle componenti psicologiche che comportano tale iperattività.

Parliamo del primo caso: non è facile riuscire a trovare degli organi cerebrali strettamente responsabili dell’insorgenza di tali comportamenti: ricerche scientifiche dimostrano che aree quali quella pre-frontale destra, il cervelletto, il globulo pallido e il nucleo caudato hanno, nei soggetti in parola, dimensioni inferiori rispetto la media. Altre possibili cause possono essere rappresentate da difficoltà pre- o perinatali oppure di tipo genetico.

iperattività adhdPer ciò che concerne l’aspetto psicologico, innanzitutto è opportuno ricordare che il DSM Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM–IV) e quello per bambini ed adolescenti (DSM-PC) considerano i comportamenti precedentemente descritti come parte degli elementi utili a diagnosticare la presenza di ADHD, ovvero Sindrome da Deficit di Attenzione o Iperattività. E’ possibile dunque effettuare una distinzione di tre tipi di ADHD, ovvero quelli con predominanza di disattenzione/distrazione o iperattività/impulsività oppure di tipo combinato.

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Per poter formulare una diagnosi precisa di questo disturbo, oltre all’osservazione, al colloquio col bambino, con i genitori e con gli insegnanti, si possono proporre anche delle interviste di solito semi-strutturate dalle quali si evincano dati riguardanti sia i sintomi presentati sia le dinamiche sociali degli adolescenti, cercando di focalizzarsi su elementi sia pregressi che attuali, in modo tale da realizzare uno screening globale del grado di adattamento del giovane. Inoltre esistono delle scale di valutazione e dei questionari rivolti agli insegnanti e ai genitori al fine di ottenere delle significative informazioni concernenti il livello di funzionamento globale dei giovani.

Rimanendo sul versante psicologico, ritengo interessante approfondire l’aspetto relazionale che si crea attorno al bambino iperattivo: potrebbe capitare che il vostro piccolo inizii a mettere in atto movimenti interminabili e poco (se non per nulla) controllati soprattutto quando avverte non solo una presenza non costante ed assidua dei genitori, ma anche una scarso interesse e attenzione nei suoi confronti. Di conseguenza il bambino mette in atto dei movimenti esagerati aventi come finalità l’essere al centro dell’attenzione.

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Qualora si verifichi questa circostanza reputo fondamentale far capire al bambino che i genitori, sebbene spesso non siano fisicamente presenti e coinvolti nelle sue attività, sono ugualmente la loro guida e che se hanno deciso che egli stia da solo o con altre persone, ciò significa che lo hanno considerato pronto e responsabile per trovarsi al cospetto di relazioni differenti da quelle genitoriali.

Di conseguenza, se il comportamento persiste, da un lato non si può spegnere totalmente e improvvisamente il carattere euforico del figlio (difatti si può trasformare il “limite” del suo essere in “iper-movimento” in una risorsa, ad esempio indurlo ad impegnarsi in attività extrascolastiche in cui è importante l’attività e la creatività), dall’altro è necessario invitare il bambino a rispettare delle regole utili ad un buon adattamento con la realtà che lo circonda.

Alla luce di ciò che è stato approfondito ritengo che un intervento multidisciplinare in cui si raccolgano le competenze di insegnanti, genitori, medici, psicologi e psicoterapeuti possa essere un utilissimo sistema affinchè questa problematica venga affrontata .

 



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