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Come tenere i bambini sotto controllo:Chip di localizzazione all’asilo

di Mamma Licia

21 Settembre 2010

Chip di localizzazione per controllare i bambini?

Siamo in Francia, in un asilo parigino. Fra qualche mese (nel 2011) mamma e papà francesi potranno beneficiare di un sistema di localizzazione che permetterà loro di controllare in tempo reale l’esatta posizione dei propri figlie e di ricevere un sms se e quando essi si allontaneranno dalle pareti scolastiche.

Pensato per ridurre i costi del personale di sorveglianza negli asili, il microchip “controllore” – collegato ad un centro di videosorveglianza – verrà applicato in un indumento fornito dalla stessa società realizzatrice del progetto e dovrà essere indossato da tutti i bambini durante la loro permanenza all’asilo.

I sostenitori di questo progetto ritengono anche che il dotare i bambini di un biiiip elettronico possa servire a placare le ansie di quei genitori che mal vivono il non poter sempre tenere sott’occhio i propri figli, controllando ogni loro movimento.

Il sistema di localizzazione è già stato sperimentato qualche settimana fa in un asilo nido negli Stati Uniti, in California, ad un costo di 50 mila dollari (annui), ma con un risparmio stimato di 3000 ore di lavoro dei dipendenti della scuola.

Ancora prima, nel 2003, i soliti giapponesi avevano già ideato il baby-gps. L’obiettivo era prevenire i rapimenti dei bambini nella vicinanze delle scuole.

Questo il fatto, ma passiamo ad alcuni commenti.

Dominique Ratia-Armengol, presidente dell’Associazione francese degli psicologi infantili, ha così commentato – in un’intervista al giornale “Parisien“ – il progetto microchip:”Chiudere i bambini in una gabbia virtuale alimenterà le paura e il senso di essere perennemente in pericolo, rischio peraltro inesistente. L’uso dei chip punta a ridurre la presenza degli educatori, che invece sono fondamentali per la crescita dei bambini”.

“Io sono favorevole, meno burocrazia e più insegnamento. Non devo più passare il mio tempo a riempire il registro con gli orari di ingresso e di uscita di ogni bambino” pare, invece, abbia commentato un’insegnante californiana.

Nicole Ozer, docente alla Aclu della Norther California, ha infine dichiarato: “Non ci sono garanzie sulla reale sicurezza di questa tecnologia, i dati sui movimenti dei bambini possono essere letti dagli insegnanti ma anche da chiunque altro a distanza di centinaia di metri. L’ossessione di risparmiare sui costi e di aumentare la sicurezza potrebbe invece ridurla”.

Voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe se anche nelle nostre scuole venisse importato ed adottato questo sistema di controllo?



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