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Bambino i disturbi dell’apprendimento: studia, legge e scrive con fatica, la logopedista

di Dott.ssa Michela Del Prete

01 Ottobre 2010

<<Leggere, scrivere ed approcciare ai primi elementi di matematica è particolarmente faticoso per il tuo bambino? Ti rendi conto che il suo percorso di apprendimento è lento e difficoltoso? Il piccolo frequenta le elementari e tu sei preoccupata perchè studia con sforzo, la sua fatica lo induce a rifiutare la lettura e la scrittura?

Oggi la nostra logopedista ci parla dei Disturbi Specifici Dell’Apprendimento. Ascoltiamo i consigli della Dott.ssa MICHELA DEL PRETE>>

Che cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D. S. A.)?

Con il termine Disturbo Specifico dell’ Apprendimento (Learning Disabilities), sono indicate tutte quelle condizioni in cui un bambino non apprende in maniera adeguata alla sua età.

Secondo il DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders): “ I disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo o di scrittura”.

Si tratta, infatti, di disturbi la cui diagnosi prevede l’esclusione di cause neurologiche, di un deficit uditivo, di un disturbo relazionale; è necessario escludere un ritardo di sviluppo come nel caso dell’insufficienza mentale.

Il bambino a cui viene fatta diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento è un bambino di intelligenza nella norma, ma che presenta specifiche difficoltà o nella lettura o nella scrittura o nel calcolo.

Clinici e ricercatori concordano nel ritenere che i deficit d’apprendimento sono “dominio specifici”, nel senso che gli apprendimenti (lettura,calcolo,scrittura) sono indipendenti, anche se molto spesso si verificano associazioni di deficit, con relazioni tra domini differenti.

Il disturbo insorge durante i primi anni di scolarizzazione elementare, ed è proprio a quest’età che bisogna monitorare gli apprendimenti scolastici, in modo da intervenire tempestivamente.

Le cause dei disturbi specifici dell’apprendimento oggi sono universalmente riconosciute. Grazie a studi specifici si è potuto costatare la presenza di lesioni anatomiche in soggetti che manifestavano difficoltà di lettura. Questi studi hanno, inoltre, costatato il diverso funzionamento delle aree corticali dei soggetti dislessici in conseguenza a determinati compiti.

La natura neurobiologica dei disturbi specifici dell’ apprendimento è in genere sconosciuta sia all’opinione pubblica che in ambito medico non specializzato e nel mondo della scuola.

In particolare le disabilità dei disturbi specifici dell’apprendimento, vengono considerati espressione di ritardi di sviluppo, o componenti “caratteriali” e comunicative ( il bambino è pigro e non ha voglia di impegnarsi), piuttosto che espressione di alterazioni di sistemi neurali.

In tali circostanze il progetto riabilitativo sarà rivolto ad una presa in carico totale del bambino e dell’ambiente che lo circonda; indirizzandosi così a più contesti (scuola-famiglia). La logopedista dovrà lavorare in modo specifico sugli apprendimenti senza dimenticare di rafforzare l’autostima e la motivazione. Nei bambini con disturbo specifico dell’apprendimento, la lettura o la scrittura possono diventare estremamente frustranti , bisogna perciò muoversi con equilibrio per far sì che i bambini continuino ad affrontare la letto-scrittura senza arrivare ad un rifiuto vero e proprio.

“Paolo è teso, preoccupato, le mani appoggiate sul libro sono sudate e tremano….la sua voce è senza intonazione…la lotta e lo sconforto sono grandi e si alternano dentro di lui altalenando tra coraggio e paura. E’ come paralizzato…..quando la tortura finisce Paolo si accascia sul banco….”. (da “Quando un bambino non sa leggere” – Biancardi e Milano 1999)



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