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Sindrome dell’accumulo: è allarme per chi conserva tutto

di Mariangela Saulino

18 Ottobre 2012

Sindrome dell'accumulo Il sociologo Zygmunt Bauman definisce il nostro stile di vita come “liquido”.

Viviamo in una società che non ci offre punti fermi se non quelli legati ai beni che possediamo ed a quelli, sempre nuovi, che ci invita a comprare.

Ma il confine tra possedere ed essere posseduti è molto labile.

Un esempio è quello dei fratelli Homer e Langley Collyer morti nella loro casa sepolti da tantissimi oggetti, diventati famosi perché il loro nome viene associato a questo disturbo di personalità.

Già nel 1947 Freud accennava a questo disturbo che è stato poi ripreso nel 1993 dalla rivista “Behaviour Research and Therapy”.

Sindrome dell'accumulo libro Tengo tutto Sono sempre di più coloro che accumulano biglietti, scontrini, ricevute del ristorante, fino a creare vere e proprie montagne di ciarpame.

Ezio Saviano, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale “Vittorio Benussi” nella presentazione del libro “Tengo tutto”, sottolinea che il disturbo è meno raro di quanto si pensi: coinvolge il 2-5% della popolazione.

Il libro è una raccolta di casi che gli autori hanno analizzato durante la loro esperienza professionale. Una sindrome curiosa che, però, può trasformarsi in una vera e propria trappola quando l’abitudine di accumulare si trasforma in una seria patologia.

Altra caratteristica importante di questa patologia è che spesso viene tenuta segreta perché coloro che ne sono affetti si vergognano e, quindi, si isolano finendo col compromettere il rapporto con i familiari e generando un forte senso di oppressione.

 



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