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Primo condannato dopo il terremoto per i crolli e le morti a L’Aquila

di Mariangela Saulino

20 Ottobre 2012

Primo condannato del terremoto dell’Aquila. Tre anni all’ingegnere che nel sisma ha perso la figliaTerremoto L’aquila 2009 – Diego de Angelis era il direttore dei lavori responsabile della stabilità e staticità dell’edificio di via Rossi. Quell’edificio si sbriciolò scosso dall’onda sismica e lì perse la vita Jenny de Angelis, la figlia di Diedo de Angelis

Jenni allora aveva solo 26 anni, fu una delle vittime del sisma, morì schiacciata dal peso della palazzina.

Il giudice Giuseppe Romano Scarsella ha condannato Diego de Angelis in qualità di direttore dei lavori qualificando il reato come omicidio colposo plurimo e disastro colposo, in quanto nel crollo del palazzo morirono, oltre alla figlia di De Angelis, altri diciannove inquilini. Stando alla decisione del giudice queste morti hanno causa e origine nella negligenza professionale del direttore dei lavori.

Perchè de Angelis, in qualità di direttore dei lavori è stato considerato responsabile del crollo e delle morti?

  • La motivazione della sentenza di condanna si fonda sulla mancata effettuazione della verifica strutturale dell’edificio.

La vicenda ha commosso i cittadini e lo stesso Pm che forse avrebbe voluto chiedere lPrimo condannato del terremoto dell’Aquila. Tre anni all’ingegnere che nel sisma ha perso la figlia’assoluzione per quel padre sovrastato dal dolore?

Qualcuno ha persino detto che de Angelis avrebbe potuto tranquillamente dichiarare che quel documento esisteva e che poteva essersi perduto a causa del sisma stesso. Dicendolo poteva liberarsi dalla responsabilità dell’omissione?

Attenzione chi scrive e asserisce una cosa del genere è male e poco informato, non sa che è impossibile nascondere una simile omissione perchè il verbale di regolare esecuzione dei lavori va consegnato al committente e quello di fine lavori va consegnato al Comune, mentre tutti i progetti strutturali vanno consegnati al genio civile. E le consegne devono essere effettuate sotto la responsabilità del direttore dei lavori.

Le parole del pubblico ministero cercano di spiegare il suo atteggiamento e il contesto processuale: “Dicendo la verità ha dato piena validità al capo di imputazione. Ma questo – ha detto abbracciando il viso dell’imputato – è un processo di importanza culturale”.

Sembra che abbia voluto pagare per la perdita della figlia con tre anni di detenzione e cinque di interdizione dai pubblici uffici, per quel disastro familiare che si trasforma in una disfatta professionale.

Il Pm ha poi chiesto l’assoluzione per Davide De Angelis, zio di Jenny e Angelo Esposito, titolare di un impresa edile che effettuò i lavori.



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