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Compiti a casa sono troppi, l’Osservatorio sui Diritti dei Minori lancia l’allarme

di Mariangela Saulino

02 Novembre 2012

Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e Consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, lancia l’allarme sulla grande quantità di compiti a casa che gli studenti devono svolgere.

Da un test somministrato a cento studenti tra l’età di quattordici e sedici anni è emerso che i ragazzi studiano a casa almeno tre ore ogni pomeriggio e, molti genitori, hanno espresso le loro lamentele all’Osservatorio.

Secondo Marziale occorre studiare un nuovo modello educativo alternativo per fare in modo che i ragazzi diventino responsabili nei confronti dei loro doveri scolastici. Non bisogna, però, dimenticare che studi di psicologia cognitiva hanno dimostrato che superare un certo numero di ore di studio diventa inutile ed, addirittura, rischioso.

Aggiunge, poi, che:” Le esercitazioni a casa servono a stabilizzare le conoscenze che i docenti hanno trasmesso a scuola. Molto spesso, a detta dei genitori che si sono rivolti all’Osservatorio, i ragazzi devono, invece, impegnarsi su argomentazioni ex novo. Demandare ai compiti a casa ciò che la scuola è chiamata ad insegnare in classe è un errore madornale, che comporta limitazioni verso l’apprendimento stesso e genera stati emotivi alterati. Un impegno così quantitativamente elevato preclude ai ragazzi di accedere al diritto alla divagazione ludica, sportiva o di altra natura, necessaria sul piano della socializzazione tanto quanto lo studio, e genera disagio anche nei genitori chiamati spesso ad intervenire per aiutare i figli e non tutti possono.”

Il tema è scottante sia dal punto di vista degli studenti che da quello dei docenti per cui sarebbe auspicabile un intervento di riorganizzazione complessiva del mondo scolastico.



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