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Andrea Calevo: tutta la storia del rapimento

di Mariangela Saulino

02 Gennaio 2013

Andrea Calevo, il giovane imprenditore di Lerici, rapito il 16 dicembre scorso è stato liberato con un blitz delle Forze dell’Ordine nel pomeriggio del 31 dicembre.

Il giovane era stato bloccato da un gruppo di uomini che lo attendevano davanti alla sua villa e, minacciato con la pistola era stato costretto a seguire i malviventi, dopo aver svuotato la cassaforte e consegnato loro l’esiguo bottino.

I malviventi fuggirono con Calevo con la sua automobile, una Audi A1, che fu poi ritrovata sul greto del fiume Magra.

Per settimane solo un assordante silenzio intervallato dagli accorati appelli della sorella del giovane.

Le indagini sono partite immediatamente e, dopo aver perquisito casolari, campi nomadi ed abitazioni, le forze dell’ordine, grazie ad una telefonata per ordinare una pizza, hanno intercettato i rapitori e sono giunti al casolare dove era tenuto prigioniero Calevo.

Altro elemento utile alla sua localizzazione è stato un video delle telecamere di sorveglianza che ha ripreso l’auto di Calevo seguita da un’altra auto bianca, la notte del rapimento.

Al momento del blitz Calevo era da solo, tenuto in catene, nel sotteranneo di una villa di Sarzana, al quale si accedeva attraverso una parete nascosta da alcuni mobili.

L’ideatore del sequestro è Pier Luigi Destri, 70 anni, muratore, con precedenti penali per droga, al quale era intestata la macchina individuata dal video, suo nipote Davide Bandoni di soli 22 anni. Gli altri due componenti della banda sono di nazionalità albanese, Simon Halilaj e Vla Fabjion, me si cercano altri due complici.

Il 21 dicembre i rapitori avevano fatto recapitare alla famiglia una lettera nella quale chiedevano un riscatto di 8 milioni di euro che, secondo gli inquirenti, non è stato pagato.

Intanto a Lerici si è scatenata la festa e quattrocento lumini sono stati utilizzati per scrivere la frase “Bentornato Andrea”, ed allo scoccare della mezzanotte gli sono stati dedicati auguri e canzoni.

Intanto il giovane ha dichiarato di aver avuto paura di morire ma che ora “con gli investigatori ho ricostruito i fatti ed ora saranno loro a indagare per capire chi sono gli altri sequestratori coinvolti. Non ho idea di quante persone potessero essere, erano fasi concitate ed erano sempre coperti con passamontagna. Destri l’ho conosciuto il giorno della liberazione. Mi hanno detto che era socio di persone che conoscevo, persone anziane e in pensione da tempo. Con me lui non ha mai avuto nessun rapporto.”



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