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Famiglia egiziana condannata 15 anni di reclusione per essere diventata cristiana

di Mariangela Saulino

21 Gennaio 2013

Il Tribunale di Beni Suef, città dell’Egitto centrale, ha condannato un’intera famiglia, composta dalle madre con i suoi sette figli, perché tutti si erano convertiti alla religione cattolica abbandonando l’Islam.

Nadia Mohamed Ali ha una storia molto particolare: era nata cristiana ma poi si era convertita all’Islam dopo il matrimonio con Mohamed Abdel Wahhab Mustafa.

Ora che, però, è rimasta vedova ha deciso di ritornare alla sua vecchia religione, insieme ai suoi figli. C’è chi dice che lo avrebbe fatto per poter ottenere un’eredità.

L’iter burocratico della conversione sarebbe durato un paio d’anni, tra il 2004 ed il 2006, ma con l’avvento del nuovo regime la donna sarebbe stata scoperta e condannata insieme ai funzionari che hanno aiutato lei e la sua famiglia.

Una storia che preoccupa non poco l’opinione pubblica e che sottolinea il crescente problema dell’intolleranza religiosa del mondo islamico.

La Sharia è diventata parte della nuova Costituzione egiziana ed i cristiani rischiano molto più che in passato.

Preoccupazioni, quelle dell’opinione pubblica, dovute anche al fatto che tale situazione sembra fare luce sul poco rispetto per le leggi internazionali e per la libertà di culto.



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