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Un albero per ogni neonato, è entrata in vigore la legge

di Mamma Licia

18 Febbraio 2013

La normativa esisteva già: la legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992 obbligava i comuni di residenza a porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica, ma non era stata più applicata da tempo. Adesso, finalmente, la nuova normativa che punta ad incentivare gli spazi verdi urbani è entrata in vigore e renderà effettivo il rispetto di questo obbligo. A tal fine, le nuove norme, entrate in vigore il 16 febbraio 2013 con legge n. 10, hanno apportato alcune modifiche alla precedente disposizione.

L’obbligo di piantare un albero per ogni neonato non si applicherà più a tutti i comuni, ma solo a quelli con una popolazione superiore ai 15mila abitanti e non interesserà solo i bambini nati, ma anche quelli adottati.

Sono diversi anche i tempi di piantumazione che, a differenza dei previsti precedenti dodici mesi, dovrà avvenire entro sei mesi dalla nascita o dalla adozione.

La legge dovrebbe riuscire a contrastare la perdita di zone verdi nel nostro Paese, che secondo l’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – è di otto metri quadrati al secondo.

Ad assicurare l’effettivo rispetto della normativa e a vigilare su di esso, è stato istituito, presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico.

Ai comuni interessati spetterà anche l’obbligo di fornire informazioni dettagliate – alla persona che ha richiesto la registrazione anagrafica – sul tipo di albero scelto per ogni bambino e sul luogo in cui è stato piantato, e di provvedere anche ad un censimento annuale di tutte le piantumazioni effettuate.

Le nuove disposizioni hanno anche introdotto norme a tutela e a salvaguardia degli alberi monumentali” e ridefinito la Giornata nazionale degli alberi, celebrata il 21 novembre, che punta a “perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani”.

A tale scopo, sono previste iniziative e attività formative nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e negli istituti di istruzione superiore, volte a “promuovere la conoscenza dell’ecosistema boschivo, il rispetto delle specie arboree ai fini dell’equilibrio tra comunità umana e ambiente naturale, l’educazione civica ed ambientale sulla legislazione vigente, nonché per stimolare un comportamento quotidiano sostenibile al fine della conservazione delle biodiversità”.



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