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Febbre, tosse e raffreddore: tutti i malesseri di stagione, come curare il bambino

di Mamma Simona

15 Novembre 2010

Con l’arrivo della cattiva stagione, ci troviamo a fare i conti con i malanni legati ai colpi di freddo, all’abbassamento della colonnina di mercurio, agli sbalzi di temperatura tra ambienti interni ed esterni. I nostri bimbi, e non solo loro, sono colpiti da raffreddamenti, male alla gola, all’orecchio, tosse… insomma il sistema respiratorio ne risente, a volte basta stare un pò riguardati per superare i disturbi, altre volte si è costretti a ricorrere a medicinali e all’ausilio del pediatra.

Il male d’orecchio è un disturbo che colpisce maggiormente i bambini sotto i dieci anni. Si tratta di un’infezione causata da batteri o virus.

I sintomi più comuni sono dolore locale, accompagnato a volte (ma non sempre) da raffreddore, tosse ed anche febbre o congiuntivite.

Il pediatra saprà individuare tramite visita con l’otoscopio, con la quale è possibile osservare la membrana timpanica, l’entità dell’infezione. In passato era prassi prescrivere un antibiotico come cura all’otite, mentre una più recente pediatria è propensa a suggerire un approccio più soft, giacché si è notato che in molti casi è sufficiente l’uso di un antidolorifico (il più usato è il paracetamolo), ovviamente verrà monitorato l’andamento della guarigione; qualora non ci fosse miglioramento, il pediatra prescriverà l’antibiotico, l’amoxicillina sembra dare ottimi risultati.

Possono essere utili i lavaggi nasali con soluzioni fisiologiche che tengano “pulite” le mucose; esistono in commercio soluzioni monodose, ma spesso le mamme acquistano la boccetta di soluzione fisiologica “da flebo” da cui estraggono il contenuto necessario con una siringa, una volta rimosso l’ago, è possibile irrorare direttamente nelle narici, questa è un’alternativa molto economica!

Nei casi di otiti virali (circa un terzo delle otiti), l’antibiotico ha poca efficacia. La tendenza è quella di limitare l’utilizzo di antibiotico per non creare antibiotico resistenza, il ripetuto utilizzo ne diminuisce l’efficacia, e limitarne gli effetti collaterali.

Qualora il bimbo presenti già da subito sintomatologie da otorrea (pus che fuoriesce dall’orecchio) o in presenza di un bimbo con meno di 24 mesi, è opportuno optare per la prescrizione dell’antibiotico onde evitare peggioramenti. In presenza di otite media acuta, l’infiammazione curata si esaurirà in 15-20 giorni durante i quali il bambino può avere una sensazione di “orecchio tappato”. Chi ha sofferto di questa problematica, ha più probabilità di ricontrarla. Nei casi più gravi una mancata cura dell’otite media può portare ad una mastoide, un’infezione dell’osso chiamato mastoide che è posizionato dietro l’orecchio oppure ad un ristagno di muco nel timpano che, se protratto nel tempo, acutizza l’infiammazione, otite media essudativa, con ripercussioni sulla capacità uditiva e dunque creando anche conseguenti difficoltà nel linguaggio.

Prevenire le otiti è molto difficile, sebbene esistano delle costanti di “protezione” quali l’allattamento al seno, l’assenza di fumo passivo, l’inserimento in comunità (asili) dopo i tre anni quando l’organismo ha sviluppato un sistema immunitario più forte, la vaccinazione antipneumococco nel caso di otiti ricorrenti.

L’otite non è contagiosa, per cui una volta che il bimbo si sente meglio, potrà tornare a scuola senza alcun problema.

La tonsillite è un malanno che colpisce molti bambini che frequentano comunità, scuole materne, asili, elementari. Si tratta dell’ingrossamento e arrossamento delle tonsille che spesso presentano punti bianchi o grigi. Si accompagnano generalmente a febbre, anche molto alta, mal di gola e ingrossamento delle ghiandole del collo.

Esistono soggetti affetti da tonsilliti ricorrenti, giacché il disturbo si ripresenta più volte nell’arco della stagione fredda, in questi casi è opportuno approfondire ed andare a sondare il corretto funzionamento del sistema immunitario. Esistono tre ceppi “seri” di tonsillite che vale la pena citare, tonsillite da streptococco, tonsillite da virus della mononucleosi (si contrae una sola volta poi il sistema si immunizza), tonsillite da adenovirs.

Le adenoidi sono delle ghiandole che si trovano tra naso e gola. Può succedere che si ingrossino troppo rendendo difficoltoso il respiro. Le adenoidi crescono di volume quando sono “stimolate” dalle infezioni.

Esistono dei bambini più portati di altri ad accrescere il volume tanto delle adenoidi quanto delle tonsille. In passato, 30 anni fa, era una pratica diffusa quella di operare i bambini che soffrivano di queste infezioni locali, estirpando tanto le tonsille quanto le adenoidi. Attualmente si procede alla rimozione solo in casi gravi, tendendo a preservare le virtù protettive dell’apparato respiratorio di queste ghiandole.


A proposito di ingrossamento di tonsille e adenoidi occorre soffermarci su un problema che affligge molti bambini, quello delle apnee notturne, causate dall’ingrossamento delle ghiandole e della conseguente alterazione del movimento respiratorio. Il flusso di aria che fatica a passare nelle vie respiratorie può subire brevi arresti, rendendo alcuni atti respiratori insufficienti per un corretto scambio, il bambino si sveglia inconsapevolmente, risistemando l’occlusione (magari deglutendo) e riprendendo la corretta funzione respiratoria. E’ il caso dei bambini che di notte russano. Questi arresti del respiro non sono benefici, anzi, non permettono un giusto riposo, il sonno è continuamente interrotto a discapito dell’azione di rinforzo della memoria che avviene mentre dormiamo; i bambini si svegliano “stanchi”; si abbassa la quantità di ossigeno nel sangue e si alza quella di anidride carbonica. Vale la pena, sentito il pediatra, programmare una visita dall’otorino.

Il mal di gola si presenta nelle sue forme più comuni: faringiti, laringiti e faringotonsilliti.

I sintomi comuni sono: ghiandole linfatiche e tonsille ingrossate, gola rossa, placche in gola, febbre, tosse, raffreddore e mal di testa.

Nella maggior parte dei casi è causato da virus per cui non necessita di antibiotici per la cura, scompare in 5-7 giorni. Le difese immunitarie del bambino fanno la differenza circa la velocità di guarigione. Il corpo usa gli strumenti che ha a disposizione per combattere il virus, come la febbre, l’innalzamento della temperatura accelera le funzioni e dunque anche quella immunitaria, individuando l’anticorpo più idoneo a combattere il virus.

A volte a causare il mal di gola può essere un batterio, il più comune è lo streptococco beta-emolitico del gruppo A (che merita trattamento con antibiotico), per gli altri batteri non occorre ricorrere ad antibiotici.

Il tampone è un valido mezzo di indagine ad opera del pediatra per individuare la presenza dello streptococco. E’ utile per prevenire il mal di gola stare lontani da ambienti con fumo o troppo inquinati dallo scarico delle auto.

Esistono in commercio farmaci omeopatici o prodotti da erboristeria in grado di influire sul sistema producendo un innalzamento delle difese immunitarie, conviene sentire il parere medico prima di ricorrervi, e poi le solite raccomandazioni: stare attenti a sbalzi di temperature, coprire i nostri bimbi bene ma non troppo quando fa freddo ed evitare “sudate”.



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