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Contributi scolastici volontari: la comunicazione del Ministero

di Alessandra Albanese

17 Marzo 2013

C’eravamo già occupati dell’argomento contributi scolastici in occasione della chiusura delle iscrizioni il 28 febbraio scorso.

Proprio in occasione delle iscrizioni al nuovo anno scolastico dei nostri figli va ricordata la valenza dei contributi scolastici che generalmente le scuole pubbliche richiedono alle famiglia.

Soprattutto per rispondere a eventuali richieste che possono essere inviate alle famiglie, bisogna tenere presente una cosa molto importante: i contributi che le scuole chiedono sono VOLONTARI.

Vengono destinati direttamente all’istituto scolastico, non vanno nelle tasche del Ministero dell’istruzione, e servono, principalmente va ricordato, a finanziare progetti extrascolastici o a coprire rimborsi come gite o assicurazioni RC.

Bisogna inoltre precisare che in nessun modo questi contributi sono utilizzati per attività curriculari; alcune scuole tengono a ribadire che non servono a pagare il personale docente, neanche nei casi di attività extra scolastiche, attività organizzate con eventuali finanziamenti ad hoc come i Pon, o sovvenzionati dalla UE.

Ricordate anche che i contributi possono essere detratti dalla dichiarazione dei redditi a patto che il bollettino di pagamento contenga questa dicitura: Erogazione Liberale per Innovazione Tecnologica, Ampliamento dell’Offerta Formativa.

In data 7 marzo, il Dipartimento per l’Istruzione ha diffuso una circolare presso gli istituti scolastici italiani. In questa circolare si risponde alle molte segnalazioni arrivate la Ministero da famiglie che si sono sentite obbligate a pagare quote scolastiche a favore degli istituti, mascherate da atti volontari.

Il MOIGE (movimento genitori) ha subito pubblicato sul proprio sito questo chiarimento da parte del Ministero. La circolare riporta:

Simili comportamenti oltre a danneggiare l’immagine dell’intera amministrazione scolastica e minare il clima di fiducia e collaborazione che è doveroso instaurare con le famiglia, si configura come una vera e propria lesione al diritto allo studio costituzionalmente garantito. si ritiene auspicabile che le scuole acquisiscano tale contributo non attraverso comportamenti vessatori e poco trasparenti, bensì facendo leva sullo spirito di collaborazione e di partecipazione delle famiglie, le quali, si è certi, ben comprendono l’importanza di risorse aggiuntive per la qualità dell’offerta”.

Si ricorda dunque che l’istruzione in Italia è obbligatoria e gratuita, e che il pagamento delle tasse per le classi 4^ e 5^ è legato unicamente alle tasse erariali.

La circolare specifica inoltre che se il Ministero dovesse ricevere ancora segnalazioni di possibili irregolarità in materia, il Dipartimento dell’istruzione potrebbe avviare delle verifiche e assumere conseguenti atteggiamenti, fino anche di carattere sanzionatorio, a seconda della gravità dei fatti notificati.

Infine, sebbene la scuola in Italia sia obbligatoria e gratuita vale la pena sempre pensare in che condizioni versano molti istituti nel nostro paese.

Il che significa che se anche i contributi sono ufficialmente volontari, è bene confrontarsi sempre con il personale degli istituti dei propri figli e rendersi sempre conto che, se gestite correttamente le risorse pubbliche sono una ricchezza per il futuro della nuova generazione. E dunque quando contribuiamo all’istruzione di nostro figlio contribuiamo a che il suo futuro possa essere migliore.



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