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Trovato feto nel bagno di un bar a Roma

Roma. Lo hanno trovato nel cestino di una toilette, tra la carta sporca. Il feto di un bambino senza vita ritrovato ieri sera nel bagno di un bar al Circo Massimo, in pieno centro di Roma. Il feto di pochi mesi è stato ritrovato dal gestore del bar “Gusto Massimo” durante ...

di Alessandra Albanese

21 Marzo 2013

Roma. Lo hanno trovato nel cestino di una toilette, tra la carta sporca. Il feto di un bambino senza vita ritrovato ieri sera nel bagno di un bar al Circo Massimo, in pieno centro di Roma.

Il feto di pochi mesi è stato ritrovato dal gestore del bar “Gusto Massimo” durante le pulizie, intorno alle 19. Era dentro un fazzoletto, della lunghezza di circa 10 centimetri, non più grande di una mano, forse un aborto prematuro.

Il gestore ha poi chiamato i carabinieri che sono accorsi sul luogo, insieme alla sezione Rilievi, che setaccerà la zona alla ricerca di qualche testimonianza o traccia che possa far risalire alla mamma. Già ieri proprio il titolare del bistrot ricorda che intorno alle 16 una donna dell’est, tra i 20 e i 30 anni era entrata per chiedere di andare alla toilette. Poi è uscita di corsa, senza consumare.

Ultimo di una lunga serie il ritrovamento di ieri.

Già nel mese di febbraio una donna sempre a Roma, aveva partorito in casa e nascosto il bimbo in una borsa, uscendo subito dopo, come se niente fosse. Dopo però è stata colta da malore e ricoverata al San Camillo per un’emorragia, ma ha avuto il tempo e la freddezza di gettare il figlio nel cassonetto davanti l’ospedale.

E ancora un paio di giorni fa è stata raggiunta in Romania la donna che, ancora a Roma, aveva partorito e gettato il figlio nel gabinetto di un Mc Donald’s alla vigilia di Capodanno.

Il sindaco Alemanno, intervistato sui fatti di ieri sera, si è espresso: “E’ una notizia che desta orrore. In questi casi un gesto d’amore è dare a una nuova vita la possibilità di vivere”.

Non dimentichiamo che la legge italiana consente di partorire negli ospedali pubblici e di non riconoscere il proprio figlio, restando anonimi e dando la possibilità di dare subito in adozione il bambino appena nato, direttamente in ospedale.



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