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Video pedofilo pubblicato su Facebook

di Federica Federico

23 Marzo 2013

Un video amatoriale e violento ha diffuso in rete le immagini di una minorenne violata Un video amatoriale e violento ha diffuso in rete le immagini di una minorenne violata, violentata da un uomo adulto.

Il girato scioccante e cruento è esploso in rete, ha viaggiato su Facebook ad una velocità virale e in poche ore di permanenza sul social network ha collezionato un numero impressionante di “like” e migliaia di condivisioni.

È inconcepibile che il video reale e feroce di una violenza carnale irrompa in una piattaforma social e prima di essere fermato divenga virale riuscendo ad ottenere una diffusione estremamente ampia.

Gli elementi che inquietano sono più di uno:

– intanto l’oggetto del video è inequivocabilmente una violenza sessuale, violenza che attraverso il Un video amatoriale e violento ha diffuso in rete le immagini di una minorenne violatavideo viene “promossa”, “esposta” e “pubblicizzata” in rete come se fosse una manifestazione di cui fare sfoggio;

– ulteriore elemento, forse ancora più inquietante, è il “successo” che il video ha incontrato viaggiando sulla piattaforma di Facebook, sotto il girato choc capeggiano più di 16 mila condivisioni e oltre 4 mila “Mi piace”;

– in ultimo non è trascurabile il tempo impiegato dagli operatori di Facebook per “individuare” e rimuovere il video choc.

Il video ha viaggiato su Facebook liberamente per diverse ore. La presenza incontrollabile di un girato di tale portata dimostra inequivocabilmente che la libertà di facebook è un’arma a doppio taglio: è una Un video amatoriale e violento ha diffuso in rete le immagini di una minorenne violatarealtà pericolosa e da gestire con estrema attenzione.

Ritorna in maniera prepotente il problema della sicurezza e quello della violazione dei dati personali, violazione che la rete dovrebbe impedire in radice e che invece sembra impossibile quando le piattaforme social si ispirano apertamente ai criteri della libera condivisione.

I vertici di Facebook fanno sapere di aver considerato il video come “intollerabile” e di avere prontamente rimosso le immagini. Ciò non cancella però le sedicimila condivisioni e i quattromila like oggi denunciati dai media, quindi ciò non archivia il problema della sicurezza e non risolve il dilemma della fiducia nella libera immissione dei dati su una piattaforma divenuta così vasta.

Questo video, per la natura dei suoi contenuti e per la brutalità che esprime, non può essere archiviato come un mero “incidente” né come un semplice danno di immagine per il social network di Zuckerberg.

Sulla gravità di questo accadimento è necessaria una più profonda riflessione e forse sarebbe importante anche stimolare una seria campagna di “controllo” dei dati immessi sulle piattaforme di condivisione perché infondo non si può dire che ci sia libertà dove ci può essere libero spazio per la violenza.

 

 



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