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Attentato alla maratona di Boston

di Alessandra Albanese

16 Aprile 2013

Boston. Sono le 14.50 ora locale (le 20.50 in Italia), la maratona più antica del mondo, dopo quella di Atene si svolge nella capitale del Massachusetts, tra Hopkinton e Copley Square, nel centro città.

La corsa è iniziata, sul tabellone del tempo ufficiale si legge 4 ore 9 minutie 44 secondi. 42 kilometri, i primi corridori hanno già tagliato il traguardo.

La maratona di Boston si svolge ogni anno, il terzo lunedì di aprile, dal 1897, un dopo anno le prime Olimpiadi dell’era moderna. E’ la maratona del Patriot’s day, una ricorrenza importante per gli americani, il giorno dei patrioti. Quest’anno è arrivata alla 117esima edizione.

Maratona che seleziona tra i migliori corridori al mondo, con tempi di qualificazione rigidissimi. 26 mila iscritti.

Sono già passate due ore dall’arrivo del primo classificato, Lelisa Desisa, etiope. La prima donna Rita jeptoo, keniana, è allenata da uno dei più famosi coach, l’italiano Gabriele Rosa.

E’ intorno alle 15.00 che arriva la grande massa di runners, quelli che vogliono restare sotto il tempo di 4 ore di corsa .

Ed è proprio in quei momenti che si scatena la follia omicida.

Una prima esplosione a pochi metri dal traguardo.

Dopo soli 12 secondi un secondo boato.

Alle 14.50 la festa si trasforma in tragedia. 5 bombe in tutto ritrovate dalla polizia. Dislocate a pochi metri dal traguardo.

Bombe impacchettate in zaini, dalle successive indagini e dai racconti dei medici che hanno soccorso i feriti, piene di cuscinetti a sfera, ma anche di chiodi e vetri. Le bombe dovevano uccidere, ma anche fare strage di feriti, fare male.

La tecnica usata è quella dei terroristi che vogliono fare stragi di innocenti: più esplosioni a poca distanza di tempo e di luogo, per colpire anche i soccorritori.

Una terza bomba è stata rinvenuta vicino alla JFK library, sempre in zona. Non è esplosa. Altre due sono state disinnescate dagli artificieri.

Nella zona della maratona si sono effettuate, prima dell’inizio, ispezioni e passaggi di metal detector. Come qualcuno abbia potuto eludere i controlli e piazzare le bombe ancora non si è capito. Nessun avvertimento, nessuna indiscrezione. L’intelligence non aveva dato alcuna indicazione.

Le immagini ritraggono nuvole di fumo, corridori a terra, sangue dappertutto.

Al momento si contano tre morti e 144 feriti. 23 sono gravi, ad alcuni si è resa necessaria l’amputazione delle gambe.

Otto i bambini ricoverati nell’ospedale pediatrico Children’s Hospital. Un bimbo di due anni, altri tra i 9 e i 14. Gli ospedali di Boston hanno richiamato in servizio i medici di pronto soccorso.

Molti anche gli italiani che correvano la maratona. Al momento il Consolato generale d’Italia non rileva alcuna vittima tra i residenti di nazionalità italiana.

Che matrice possa avere quest’attentato ancora non è chiaro.

Qualche indiscrezione parla di un fermo di un cittadino saudita di 20 anni, ma il capo della polizia Ed Davis smentisce.

Sembra che le forze dell’ordine siano in possesso di un video nel quale si nota qualcuno che appoggia accanto ai palazzi attigui al traguardo le borse con l’esplosivo.

Barack Obama, in un commosso discorso alla nazione non si sbilancia, non menziona la parola “terrorismo”. Promette di assicurare i colpevoli alla giustizia: “Non abbiamo ancora i dettagli ma presto li avremo”.

Non si esclude neanche la pista di frange di estrema destra.

Obama ha anche discusso telefonicamente con il governatore del Massachusetts Deval Patrick: il Pentagono, la Cia e il dipartimento di Sicurezza Interna sono stati arruolati per stabilire l’accaduto.

Subito dopo lo scoppio delle bombe la polizia aveva perquisito un appartamento nei sobborghi di Boston. Nella notte anche le città di Washington e New York sono state allertate. Lo spazio aereo su Boston è stato chiuso.

Anche a Londra, dove si terrà il prossimo 21 aprile un’altra maratona, le misure di sicurezza sono state rafforzate.

Nelle prossime ore si potranno avere ulteriori dettagli, intanto è allerta attentato.



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