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Ha protetto la sorella da uno stupro, foto del ragazzo massacrato dal padre su Facebook: è una bufala

di Maria Corbisiero

30 Aprile 2013

 bufala faceook“Una leggenda metropolitana è una storia insolita e inverosimile, normalmente a trasmissione orale e che, a un certo punto della sua diffusione, riceve largo eco dai media, tramite i quali riceve patente di credibilità.”

Cit. Wikipedia

Al giorno d’oggi, a seguito del massiccio e cospicuo utilizzo di internet, tali leggende si sono tramutate in “bufale”, i cosiddetti “fake/falsi”, che trovano largo impiego tra gli utenti dei social network, in particolar modo di facebook.

Lo scopo primario di questa “condivisione di massa” legata alle false notizie è principalmente l’aumento degli “I Like/Mi Piace” delle pagine stesse che generano la bufala: sciacalli che fanno leva sulle emozioni della gente, approfittatori che confidano nel mancato controllo sia da parte degli utenti che da parte del social stesso.

 bufala faceookOggi voglio segnalarvi una bufala associata ad un’immagine abbastanza scioccante, una bufala che, anzicchè essere condivisa, deve essere assolutamente segnalata come immagine grafica violenta grazie al software anti censura di facebook.

Ecco i due diversi testi che accompagnano l’immagine:

1° versioneUn ragazzo di 14 anni ha ricevuto sei colpi di pistola dal suo patrigno, il ragazzo stava cercando di proteggere sua sorella di due anni che stava per essere violentata. Non è successo nulla, grazie al coraggio di suo fratello. Tutto questo è accaduto mentre la madre era al lavoro, questo ragazzino coraggioso combatte per la vita, ma i medici dicono che non sopravviverà senza una manovra. Operazione che è molto costosa e che sua madre non può permettersi. Facebook e le aziende accettano di donare 45 centesimi per ogni volta che qualcuno pubblicherà questo messaggio sul suo profilo, si prega di perdere 2 secondi copiate e incollate sulla vostra bacheca.. provare non costa nulla”.

 

2° versioneQuesto ragazzo di 14 anni è stato massacrato di botte dal patrigno per difendere la sorellina di 6 anni che stava per essere stuprata.. Questo è successo mentre la madre era al lavoro, i dottori dicono che l’unico modo che ha per salvarsi è se viene sottoposto a cure e medicine che la madre non può permettersi, Facebook ha deciso che donerà 45 centesimi per ogni condivisione… Per favore non ignorate, questo ragazzino ha bisogno del nostro aiuto, è importante!!! Condividete e salviamo questo piccolo ero!!! O la sua condizione per difendere la sorellina sarà stato inutile…!! :’(“

Nata nel febbraio del 2010 attraverso la condivisione di posta elettronica o come sms, così come riporta il sito Snopes.com, questa bufala è stata tradotta e si ripropone nel nostro paese da circa un anno.

 bufala faceook

Leggendo il testo sorgono alcuni dubbi:

  1. Cosa accade se tale appello non supera la quota stabilita?
  2. Chi sono le aziende che assieme al social effettuano la donazione?
  3. Chi è il ragazzo e dove è accaduto il fatto?
  4. Cos’è e come viene effettuata questa manovra che gli salverà la vita?

A questi interrogativi va inoltre aggiunto che facebook non ha mai effettuato donazioni per nessun motivo ne tantomeno riesce a controllare tutte le condivisioni effettuate, figuriamoci a convertire questi ultimi in denaro.

Va anche sottolineato che la foto in aggiunta al messaggio, foto che noi abbiamo oscurato per ovvi motivi, non si riferisce al bambino in questione, bensì ad un massacro avvenuto in Libano nel 2006.

 bufala faceookInsomma, che ne dite di fermare questa bufala?

Sono sufficienti due secondi del vostro tempo, cliccare sulla scritta opzioni della foto stessa e, successivamente, cliccare su “segnala” scegliendo l’opzione “Contenuti Grafici Violenti”.

È un gesto che di sicuro non salverà tutti i bambini bisognosi, per quello ci sono altri sistemi molti più sicuri e veritieri, ma si aiuterà a fare un po’ di pulizia all’interno di uno spazio virtuale comune che dovrebbe essere libero, in tutti i sensi.

Cliccando sulla foto sottostante troverete il link all’Agenzia che detiene i diritti di copyright sulla foto del bambino scattata a luglio del 2006 in Libano. Attenzione contiene immagini forti.

 



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