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Genitori omosessuali: due papà o due mamme

di Mamma Licia

05 Giugno 2010


Accostare omosessualità e famiglia può apparire una contraddizione per molti sconvolgente, abituati come siamo a considerare la famiglia un nucleo costituito da due persone di sesso opposto che generano una prole e si assumono la responsabilità di ruoli diversi e complementari.

Eppure, oggi, la genitorialità omosessuale è una realtà diffusa in molti paesi occidentali. Non solo, ma l’avere figli, attraverso la fecondazione assistita o l’adozione, è in alcuni Paesi (ad esempio l’Olanda o il Belgio o, recentemente, anche la Spagna) un diritto tutelato dalle istituzioni.

Ma sono tante le domande che vengono in mente quando si pensa ad una coppia omosessuale con figli.

Innanzitutto, avere due madri o due padri può creare dei problemi nel normale sviluppo emotivo e relazionale dei figli? Può ostacolare la loro identificazione sessuale? E poi, possono i ruoli paterno e materno essere interscambiabili?

Gli studi finora svolti nei paesi anglosassoni hanno dato interessanti risultati. Mamme e papà omosessuali, al pari dei genitori eterosessuali, sono in grado di svolgere in modo adeguato le funzioni genitoriali. Inoltre, solitamente non spingono i figli verso l’omosessualità, anzi forniscono loro adeguati modelli di identificazione eterosessuale, educandoli alla tolleranza di tutte le diversità. E’ stato anche evidenziato che i problemi che possono nascere in una famiglia omosessuale derivano molto spesso proprio dall’irregolarità, dal punto di vista legale, del tipo di unione; problemi che somigliano a quelli che possono presentarsi all’interno di coppie eterosessuali non sposate o di nuclei monoparentali con figli.

Nonostante questi studi, però, non è comunque del tutto pacifico che la figura materna e quella paterna possano essere interscambiabili. I genitori, infatti, non sono soltanto dispensatori di affetto (su questo aspetto qualsiasi genitore, sia esso etero o omo, può essere bravo), ma rappresentano anche modelli di identificazione per i figli, modelli di riferimento variabili in base al sesso. “La madre insegna ad amare, il padre a vivere” è un vecchio adagio che sottolinea quanto importante sia la suddivisione dei ruoli genitoriali per una crescita armonica del bambino. Per non risultare eccessivamente oppressivo, il clima familiare solitamente molto protettivo creato dalla “mamma” deve essere compensato da un clima più “normativo” creato appunto dai “papà”.

Se da parte della coppia omosessuale c’è questa precisa presa di coscienza e l’intenzione di svolgere ruoli complementari e diversi, essa potrà ben svolgere la sua funzione genitoriale. Ma la difficoltà, dal mio punto di vista, sta appunto in questo: quanto un uomo è capace di svolgere il ruolo di mamma e quanto una donna quello di papà? Per parte mia credo nella differenza tra uomo e donna, e soprattutto tra ruolo paterno e ruolo materno.

Non dimentichiamo comunque che troppo spesso anche nelle famiglie tradizionali il padre e/o la madre possono non rappresentare validi modelli di riferimento per i figli (genitori assenti, poco coinvolti nella vita dei figli etc.) e molto spesso i padri e le madri assumono un unico ruolo. E’ dunque, questo, un problema che riguarda tutte le famiglie, siano esse formate da genitori etero o da genitori gay.



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