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Antibiotici: perchè l’uso non corretto dei farmaci fa male alla salute?

di Federica Federico

03 Dicembre 2010

L’approccio ai farmaci non dovrebbe mai essere né disattento né semplicistico, troppo spesso il ricorso alla “pasticca”, alla pomata o alla “polverina magica” è avventato. Troppo spesso la medicina potrebbe essere evitata o comunque sostituita da un diverso prodotto farmacologico meno aggressivo e più tollerato dall’organismo. La prima regola d’oro è seguire le indicazioni mediche, fare in modo che il dottore di fiducia valuti le condizioni del paziente e ad esse adegui la giusta cura. Soprattutto nelle stagioni fredde, quando influenze e raffreddori sono mali comuni, è bene rimarcare queste indicazioni di buon senso.

L’Agenzia Italiana del Farmaco, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità e il patrocinio del Ministero della Salute, ha organizzato la terza edizione della campagna di sensibilizzazione contro l’abuso e l’uso sconsiderato degli antibiotici.

<<Difendi la tua difesa. Usali con cautela>>, questo il monito lanciato agli abituali fruitori del medicinale.

Nel nostro paese una simile campagna di sensibilizzazione è oggi essenziale. Infatti, stando alle ultime indagini condotte dall’AIFA, il 44% degli italiani riceve almeno una prescrizione di antibiotico l’anno, lo stesso accade al 53% dei bambini e il 50% degli anziani.

Per quale motivo l’uso scorretto degli antibiotici va a danno della salute?

Gli antibiotici nascono per combattere le malattie causate dai batteri.

I batteri sono agenti infettivi vivi e per questo hanno la capacità di rispondere alle stimolazioni provenienti dall’esterno, in tal senso riescono persino a “individuare” strategie evolutive proprie. In altre parole i batteri, aggrediti dagli antibiotici, possono (proprio perché vivi) strutturare sistemi di difesa contro la medicina, quando lo fanno divengono resistenti al farmaco: così detta resistenza antibiotica. Tale fenomeno di resistenza si sviluppa nel tempo ed a seguito di molte esposizioni all’antibiotico, quindi più sono le volte che gli antibiotici vengono adoperati più opportunità si danno ai batteri di organizzare la propria autodifesa.

Ma, nello specifico, come fanno i batteri ad opporsi al medicinale?

In quanto vivi i batteri hanno una loro struttura genetica, per resistere alle aggressioni dei farmaci modificano il loro DNA. Ne consegue che l’antibiotico – sintetico e statico, incapace come il batterio di adattarsi alla malattia contro cui viene adoperato – finisce per risultare inefficace.

La resistenza antibiotica è, dunque, un fenomeno assai pericoloso. Per prevenirla bastano pochi e semplici accorgimenti: non bisogna usare gli antibiotici con leggerezza – è scorretto adoperarli per l’influenza o il raffreddore e occorre attenersi alle prescrizioni mediche. Del resto gli antibiotici sono capaci di sconfiggere le infezioni batteriche, non sono “progettati”, invece, per combattere le malattie virali. Laddove sono infezioni virali la tosse, il mal di gola e il raffreddore, prendere l’antibiotico non è efficace, non cura e non risolve la malattia.

Fonte: http://www.iss.it/anti/



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