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Dieta bambini: educazione alimentare, mangiare sano, no al cibo spazzatura

di Mamma Simona

18 Aprile 2011

Verso i dieci anni (qualche bambino precoce prima, qualcun altro più tardi) i bambini acquisiscono quell’autonomia derivante dal passaggio dall’età dell’infanzia alla pre-adolescenza.

Si comincia ad uscire per brevi spostamenti da soli: a scuola, magari in gruppetto con amici e compagni, all’oratorio per incontrare i pari, a casa dell’amico, a prendere il latte al market vicino a casa. Insomma, il bambino non è più accompagnato fisicamente in società, ma debutta da solo. Questo incrementa la sua autostima, aiuta a fargli prendere maggior coscienza di sè, delle sue potenzialità. E’ uno step che segna inevitabilmente il passaggio da individuo piccolo inserito nel contesto famiglia a ragazzo ora in grado di presentarsi in società con la sua individualità.

Perdendo in parte il controllo dei genitori, il ragazzo si organizza quei brevi spazi liberi, ecco così che un salto in un fast food con gli amici può diventare occasione di “uscita” e divertimento spendendo pochi soldi.

Hamburger con patatine, coca-cola, gelati e caramelle gommose sono delle leccornie alle quali è giusto cedere ogni tanto, ma quando rientrano nelle nostre abitudini alimentari e sostituisco i pranzi equilibrati, possono diventare una penalizzazione della salute. Il rischio è l’obesità e tutte quelle problematiche ad essa annessa.

Il ragazzino predilige questi sapori perchè sono gustosi, zuccherati e dolci.

Sono tante le ragioni per cui un ragazzino sceglie di nutrirsi prevalentemente di questo tipo di cibi eliminando dalla sua dieta nutrimenti importanti quali quelli derivanti da frutta e verdura. Di base c’è una cattiva educazione alimentare; il bambino non è stato abituato ad alimentarsi con riguardo per il bene della propria salute ma mangia fondamentalmente per gusto e per fame.

Mangiare sempre gli stessi alimenti può essere retaggio di un periodo tipico di neofobia alimentare che colpisce alcuni bambini tra i 2 e i 7 anni e che metodicamente sono portati a mangiare sempre le stesse quattro cose perché questa routine dà loro sicurezza, diventa un punto di riferimento e sopratutto evita il cambiamento, che spesso spaventa e destabilizza.

Il controllo della paghetta settimanale, ovvero del come il ragazzino spende i suoi soldini, potrebbe aiutare a contenere l’acquisto di leccornie extra pasti.

Lo street-food e il finger-food sono molto trendy tra i ragazzi perché da loro un tono, come se questo consumo li facesse sentire “emancipati”, perché si tratta di cibi che è possibile consumare un pò ovunque, mentre si chiacchera con gli amici. A volte questo tipo di cibo viene usato perfino come mezzo di integrazione col gruppo. Il ragazzinoo timido arriva con le sue patatine prese in un fast food offrendole agli amici, ed ecco che si supera un primo step di imbarazzo per l’inserimento tra i coetanei.

Ricordiamoci anche che la pre-adolescenza è un’età di forti cambiamenti, devastanti in alcuni casi! Nutrirsi di cibo saporito e gustoso, tanto più se dolce può avere un effetto rassicurante. Anche noi adulti ogni tanto ci concediamo un pezzo di cioccolato che ci aiuta ad addolcire la vita!

Per evitare che le cattivi abitudini alimentari prendano il sopravvento possiamo adottare dei comportamenti che limitino e correggano l’alimentazione dei ragazzi.

Per esempio non tenendo un approvvigionamento da caserma in dispensa di merendine & company; nemmeno farle sparire del tutto è un giusto atteggiamento, diciamo che quello che è disponibile bisogna farlo bastare e se finisce, si aspetta la prossima spesa, senza la necessità di correre a comprare immediatamente, nel frattempo si può mangiare altro tipo di cibo.

Le porzioni in tavola dovrebbero essere giuste, mai abbondare nè scarseggiare. Se un ragazzino non mangia molto a tavola, non è necessario che integri con la barretta di cioccolato a fine pasto, di fame sicuramente non muore.

Il momento del pasto dovrebbe essere piacevole, un’occasione di scambio di dialogo in cui i membri della famiglia si siedono a tavola e condividono piacevolmente le loro esperienze della giornata o di scambi di idee. In un’atmosfera soft insomma! I bambini obesi hanno infatti la tendenza a mangiare velocemente e grossi bocconi, due abitudini scorrette.

A tavola sarebbe giusto bere acqua e lasciare le bibite gassate ai momenti di festa. Bisogna tenere presente quello che viene definito “effetto noccioline” dagli studiosi di dipendenze (da cibo, da droghe e da alcol) ovvero si inizia col consumare un cibo automaticamente (per esempio la coca cola che compare sulla tavola all’ora di pranzo), diventa poi un’abitudine consolidata di cui non si può fare più a meno.

Se al ragazzino piacciono molto hamburger e patatine, possiamo cucinarli noi per lui usando degli accorgimenti che li rendano meno grassi e pesanti da digerire; per esempio acquistando carne trita magra e patatine spesse (che raccolgono meno fritto) che passeremo in carta assorbente per togliere parte di olio o magari procedendo ad una cottura delle patatine al forno. Questo può essere un cibo saltuario, magari bilanciato da un pasto successivo più leggero.

L’educazione alla corretta alimentazione, dovrebbe partire fin da piccoli, laddove così non è stato, possiamo correggere le cattive abitudini, date a volte anche da cattivi esempi, per migliorare la salute dei nostri figli e dunque la loro qualità di vita.



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