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A Scuola Mangia da Solo, Colpa della Sua Sedia a Rotelle

di Federica Federico

09 Ottobre 2013

A Scuola Mangia da Solo, Colpa della Sua Sedia a RotelleI bambini mangiano a scuola non solo perché il pranzo scolastico aiuta le mamme lavoratrici nella gestione della vita familiare ma anche perché mangiare significa condividere e crescere partecipando ad un momento comune.

Le sale mensa delle scuole sono dunque luoghi di esercizio della crescita e comprensione della vita, luoghi da cui nessuno dovrebbe essere estromesso.

A L. , 12anni ed una sedia a rotelle per compagna di vita, la sala mensa della scuola è stata, invece, lungamente negata.

La denuncia viene esposta sul sito web RomaToday che racconta la storia del piccolo Luca e da voce alla mamma che, in nome del diritto allo studio di suo figlio, sta conducendo una fiera battaglia.sedia a rotelle

L. è regolarmente iscritto alla scuola media inferiore Fabrizio De Andrè di Monteverde, lì frequenta il secondo anno del suo ciclo scolastico.

La scuola, a causa dell’opposizione oggettiva di barriere architettoniche limitanti per la carrozzina di L., è, però, logisticamente incapace di offrire al suo alunno diversamente abile un accessibile servizio mensa: alla sala mensa della scuola, infatti, si accede solo attraverso dei gradini che L.oggettivamente non può scalare.

Questi gradini sono stati a lungo la causa di pasti solitari per L., costretto a mangiare in classe completamente “isolato”.

Soltanto la benevolenza degli insegnanti, degli amici e del personalsedia a rotellee scolastico ha riparato a questa ingiustizia, perché L. può mangiare in compagnia dei compagni solo se qualcuno lo prende in braccio e materialmente lo trasporta in sala mensa.

Immaginate L. in classe, da solo col suo cibo, mentre dalla sala mensa arriva il vociare gioioso degli altri studenti, felicemente intenti a consumare un pasto sociale.

Dinnanzi a questa immagine, personalmente, da mamma, avverto disagio, sofferenza e pena. Ritengo che sia una condizione inaccettabile.

La disabilità è un valore a cui deve corrispondere un’azione: l’accoglienza. E quest’azione umana, civile e amorevole non può essere ostacolata dalle barriere architettoniche.

RomaToday riporta alcune dichiarazioni chiave della mamma di L., la donna dichiara:

Ho tentato qualunque strada pur di non vedere mio figlio in quelle condizioni, nessuno ci è venuto incontro“.

All’inizio dell’anno scorso la preside della scuola mi propose di iscrivere Luca alla succursale di via della Nocetta, spiegandomi che altri studenti diversamente abili avevano fatto così, ma non l’ho trovato giusto“.

L., che tra l’altro ha voluto scegliere la stessa scuola della sorella gemella, è un cittadino italiano che ha pienamente diritto allo studio e, sino a prova contraria, questo diritto è costituzionalmente garantito e non è limitabile.

Le autorità competenti hanno accertato l’assenza di un adeguato accesso alla sala mensa,giovedì prossimo in commissione il XII Municipio affronterà questo caso.

sedia a rotelle

La speranza è soltanto una: L. deve essere il trampolino di lancio per una riqualificazione delle strutture pubbliche in nome dell’accoglienza dei diversamente abili perché la civiltà parte dalla capacità di fondere le diversità umane.



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