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Donna Aborto in Ospedale ma a Casa il Dramma: il Feto Era Ancora nel Ventre

di Mamma Licia

25 Ottobre 2013

Una donna di 38 anni, Stefania M., alla dodicesima settimana di gravidanza, decide di abortire per fini terapeutici e si reca all’ospedale San Camillo di Roma per interrompere la gravidanza.

Dopo dieci giorni però espelle il feto in stato di decomposizione nella sua casa.

Sul fatto ha presentato denuncia il legale della signora che spiega così quel che è avvenuto:

«La signora Stefania dopo essersi resa conto di aspettare una bimba affetta da trisomia 21 (sindrome di Down) decide di recarsi il giorno 16 agosto 2013 nel reparto di Ivg dell’ospedale San Camillo di Roma, per effettuare una interruzione volontaria di gravidanza alla dodicesima settimana. Dopo qualche giorno di alto stato febbrile, le condizioni fisiche degenerano in forti dolori in tutto il corpo e grossi problemi di deambulazione. Il 26 agosto, dopo 10 giorni dall’intervento, al mattino la mia cliente subisce una consistente perdita ematica e successivamente, al suo ingresso in doccia, perde il feto nella sua integrità, che nel frattempo cade, a seguito dell’espulsione, nel piatto doccia. […] La signora viene immediatamente accompagnata dal marito, al pronto soccorso di Ostetricia e ginecologia del Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova il suo ginecologo di fiducia. In ospedale, dopo una nuova ecografia interna, che rilevava la presenza nell’utero di materiale abortivo, presumibilmente la placenta, viene immediatamente portata in camera operatoria per un nuovo intervento di revisione della cavità uterina».

L’ospedale San Camillo ha replicato alle accuse dicendo che « l’iter della Magistratura dimostrerà la correttezza dell’intervento effettuato».

«Eseguiamo migliaia di interruzioni di gravidanza all’anno – ha detto Aldo Morrone, direttore generale dell’ospedale San Camillo di Roma. Siamo vicini alla paziente e rispettiamo la sofferenza che ha dovuto affrontare. Purtroppo in letteratura sono segnalati molti casi di eventi avversi nel caso di interruzioni di gravidanza».

Sul fatto indaga la Procura di Roma, che ha disposto il sequestro della cartella clinica.



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