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Separazione, litigi e figli: rapporti familiari e bambino

di Dott. Giuliano Gaglione

05 Gennaio 2011


Per la maggior parte dei bambini, la famiglia è il primo e il più importante contesto per la crescita fisica e psicologica. In particolare essa è l’ambito ideale per la loro educazione.

Un modo utile di immaginare la famiglia e le influenze che essa esercita sui suoi membri è quello suggerito dalla “teoria dei sistemi” (Sameroff 1983; Minuchin, 1988), i cui principi sottolineano le seguenti caratteristiche:

  • L’insieme. Un sistema è un insieme organizzato che ha dimensioni maggiori della somma delle sue componenti.
  • Integrità dei sottosistemi. I sistemi sono costituiti da sottosistemi tra loro correlati.
  • Circolarità dell’influenza. All’interno di un sistema tutte le componenti si influenzano reciprocamente.
  • Stabilità e cambiamento. Poiché ogni sistema cerca di mantenere uno stato di equilibrio, si tende a respingerne i cambiamenti. Il cambiamento vero e proprio avviene anche quando le influenze esterne agiscono solamente su una delle sue componenti.

Vista nella prospettiva dei sistemi, la famiglia è un insieme integrato composto da due tipi di componenti: i singoli membri e le relazioni che si stabiliscono tra loro. In particolare il comportamento di un bambino influenza quello dei genitori che a loro volta possono influenzarlo, modificando anche la relazione tra i coniugi; tale relazione viene a sua volta modificata dalla natura delle funzioni genitoriali.

Modello di Belsky” delle influenze familiari reciproche



In realtà le ricerche si sono focalizzate su come la qualità del matrimonio sia collegata al progresso del bambino, ovvero una buona relazione matrimoniale è associata a una soddisfacente relazione genitore-bambino, a sua volta collegata con lo sviluppo ottimale di quest’ultimo. Esito opposto si verifica nel momento in cui c’è disaccordo tra i genitori.

Le relazioni del bambino con la madre e con il padre non sono influenzate necessariamente allo stesso modo dai problemi coniugali: in uno studio di Belsky et al. (1991) è emerso che la qualità del rapporto coniugale era più strettamente collegata con gli aspetti relativi al ruolo paterno piuttosto che materno: quando il matrimonio mostrava segni di deterioramento, il comportamento del padre nei confronti del bambino diveniva più negativo e invadente e il bambino disubbidiva al genitore sempre più frequentemente. Invece la relazione madre-bambino sembrava maggiormente bilanciata, ovvero le discrepanze coniugali non inficiavano significativamente il rapporto genitrice-figlio. Questa diversa influenza è forse dovuta al fatto che il ruolo materno è delineato maggiormente dalle convenzioni sociali rispetto a quello paterno, cioè o il comportamento delle madri è meno facilmente influenzato da eventi esterni alla relazione oppure le donne sono semplicemente più inclini a tenere separate relazioni differenti.



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