Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Anemia in gravidanza e carenza di ferro: cosa mangiare

di Dott. Antonio Cretella

02 Febbraio 2011

Il Ferro è un minerale essenziale per il nostro organismo, e che faccia bene è cosa nota.

È importante anche per i bambini, tal volta per convincerli dell’importanza del ferro i genitori ricorrono al noto cartone animato “Braccio di Ferro”, il cui protagonista, brandendo la mitica lattina di spinaci combatte i soprusi a suon di pugni.

Durante l’infanzia però, l’anemia da carenza di ferro è molto frequente anche nelle popolazioni socialmente avanzate. Il basso peso al momento della nascita, un prematuro consumo di latte di mucca, il veloce tasso di crescita nei primi mesi di vita e una dieta povera di ferro, sono considerati i principali fattori di rischio. Proprio il latte, rispetto alla quantità di Ferro, è particolarmente importante per l’alimentazione dei bambini piccoli, in particolare nell’età compresa tra 0 e 3 anni. Nel caso di impossibilità di allattamento al seno, è bene utilizzare i latti sostitutivi, formulati appositamente per riprodurre la funzionalità del latte materno, anche in termini di quantità di ferro contenuta. In particolare, i latti artificiali di oggi non vogliono imitare la quantità di ferro del latte materno, quanto assicurarne la biodisponibilità, cioè la capacità del suo assorbimento da parte dell’ organismo, attraverso l’aggiunta di lattoferrina e di altri componenti.

Il ferro si trova negli alimenti in due forme, ferro eme e non-eme.

Il ferro eme, cioè legato all’emoglobina presente nelle carni viene ben assorbito. Gli alimenti che contengono ferro eme sono le migliori fonti per aumentare o mantenere i livelli di ferro sani. Tali alimenti sono carni rosse e bianche, pesce.

Il ferro non-eme, si trova nelle uova, latticini, legumi, frutta e verdura, non è così facilmente assorbito come il primo.

Una dieta “comune” comporta l’assunzione di 10-20 mg di ferro al giorno, ma in condizioni normali solo il 5-10% (1-2 mg circa) viene assorbito. Mentre se il fabbisogno risulta aumentato si può anche arrivare anche al 20-30%.

La perdita fisiologica di ferro avviene con le urine, le feci, il sudore, ma anche con la desquamazione di cellule intestinali e della cute. Nell’uomo e nella donna dopo la menopausa o in allattamento ammonta a circa 1 mg al giorno.

Mentre sempre nella donna in età fertile le perdite possono arrivare fino 25 mg durante il ciclo mestruale e addirittura 700 mg durante la gravidanza, se si considerano le quote cedute al feto, l’espulsione della placenta e l’emorragia post-parto.

Se una persona non riceve abbastanza ferro dalla dieta quotidiana, va incontro ad anemia, una condizione in cui il sangue presenta un minor numero di globuli rossi. Questo perchè l’emoglobina che costituisce i globuli rossi richiede ferro per la sua formazione. Tale deficit nel corpo si presentano come pallore, disturbi intestinali, palpitazioni e affaticamento generale.

Le quantità giornaliere consigliate sono:

Bambini: 7-10mg

adolescenti maschi: 13mg

adolescenti di sesso femminile: 16mg

Donne: 16mg (18mg durante le mestruazioni)

Le donne in gravidanza: 30 mg

donne che allattano: 10mg

Uomini: 9 mg

Anziani: 9 mg

Quando la carenza di ferro ha determinato degli inconvenienti importanti come l’anemia, bisogna procedere alla somministrazione di integratori, quasi sempre per via orale. Non é sufficiente risolvere l’anemia ma occorre ripristinare adeguate riserve di ferro altrimenti, si può facilmente ritornare ad una condizione di deficit. Una volta corretta l’anemia, il che avviene generalmente in 2-3 mesi, la somministrazione del ferro va continuata per altri 3-4 mesi, ossia fino a quando la ferritina, (una proteina la cui concentrazione indica il rapporto con i depositi di ferro), non si sia stabilizzata.

Inoltre alcuni alimenti di uso comune, come caffè, tè o fosfati presenti in alcune bevande e eventualmente fibre possono interferire con l’assorbimento di ferro. Questi possono essere fattori importanti se la nostra dieta è già a basso contenuto di ferro. Ne facilitano invece l’assorbimento l’acido ascorbico (vitamina C), l’acido citrico, gli amminoacidi e gli zuccheri di origine alimentare.

Quindi alternare carne e pesce, accompagnata da verdura ricca di acido citrico e una bella spremuta di limone ricco di vit C, può aiutare sia noi che i nostri bambini a mantenere alti i livelli di ferro.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici