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Bambini nella Trappola di ‘Angela’: un Pedofilo Nascosto nel Gioco Virtuale

di Alessandra Albanese

12 Marzo 2014

 

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in rete in una notizia che ha attirato la mia attenzione.

Il titolo dell’articolo era Bimbi nella trappola di ‘Angela’: un pedofilo dietro al gattino virtuale”.

Era un articolo pubblicato su un quotidiano attendibile e io, madre di due figli, ho avuto un brivido.

Sembra infatti che un’app per smartphone molto in voga tra i più piccoli (perché mai i più piccoli giochino con uno smartphone però io me lo chiedo, comunque…) sia stata incriminata da alcuni genitori di nascondere un pedofilo.

L’App si chiama Talking Angela, la si scarica sul telefonino, dopo di che compare una gattina dagli occhi melensi, pronta a chattare con i bimbi.

Il gioco appartiene alla società Outfit 7, già realizzatrice di altre app che fanno interagire i giocatori con i personaggi, in una sorta di quiz o di chat a seconda del caso.

Ma sembra che la gattina non sia poi così innocente come vorrebbe far credere.

Alcuni genitori di Rovigo, e prima anche di altre località, hanno infatti denunciato alla Polizia Postale la presenza di un individuo sospetto nel gioco. Dagli occhi del gattino sembrerebbe prendere forma l’ombra di un uomo di mezza età, seduto ad una scrivania, che fa domande personali agli interlocutori.

Non appena l’App viene scaricata si attiva la webcam, che è così in grado di trasmettere le immagini alla gattina, e a chissà chi altri. Sembra poi che alcuni genitori si siano insospettiti allorquando il gattino abbia chiesto di togliere il dito che oscurava la telecamera, quasi a volere “spiare” persone e ambienti.

Da qui nel web le ipotesi più drammatiche di pedofili che comandano l’app, di misteriose sparizioni dopo avere scaricato il gioco, di rapimenti ai danni di bambini in tutto il mondo.

Cosa c’è di vero in questa notizia?

Talking Angela è davvero un gioco organizzato da un pedofilo per adescare minori in rete?

 

La società proprietaria avrebbe già immediatamente smentito la notizia, aleggiando la possibilità di un attacco da parte di hacker, che potrebbero essersi impadroniti dell’app per scattare foto e altro.

Inoltre, nelle norme sulla Privacy dell’azienda viene riportato:

“I nostri prodotti e servizi non sono destinati a bambini di età inferiore a 13 anni e non ne raccogliamo informazioni personali. Se veniamo a conoscenza che abbiamo raccolto informazioni di bambini sotto i 13 anni, prenderemo le dovute azioni per cancellare le informazioni il più presto possibile. Se vi accorgete che il vostro bambino ci ha fornito informazioni personali senza il vostro consenso, per favore contattateci a http://outfit7.com/contact/

Cosa che varrebbe la pena fare se davvero si ravvisa qualche problema.

Sulla verità o meno della notizia però pende anche la possibilità che si tratti di una colossale bufala.

E anche questo è presto spiegato.

Innanzitutto anche il sito Naked Security, un importante sito di sicurezza informatica, avrebbe confermato che l’app è del tutto innocua.

Poi, sembra che al momento la Polizia Postale non sia risalita ad alcuna prova per confermare questa presenza dietro il gioco.

Qualche tempo fa negli Stati Uniti era stata data la notizia di un pedofilo che era riuscito a raggiungere alcuni utenti tramite applicazioni, ma questa informazionenon avrebbe alcuna attinenza a Talking Angela.

Alcuni siti di informatica poi spiegano: un gioco con 50 milioni di utenti, può avere dietro un pedofilo che compare in tutti e 50 milioni di cellulari?

Il riflesso che si vede nell’occhio di Angela sarebbe in realtà il riflesso creato per dare credibilità al disegno, che dice di trovarsi seduta al bar.

Anche le domande non sono indirizzate personalmente a ciascun utente, ma random, frutto di tecniche di intelligenza artificiale abbastanza avanzate.

Diversi siti hanno infatti pubblicato un colloquio tipico, frutto evidentemente di domande standar ma casuali, come queste:

Utente: Mi piacciono gli unicorni.

Angela risponde: Ottimo. Alla maggior parte della gente servono vestiti per lavoro o per scuola, qualcosa che dia loro un aspetto professionale e un po’ più elegante.

Utente: Io vivo a Lugano.

Angela: Io vivo con i miei coinquilini in un appartamento a Parigi.

Utente: Io vivo in una scatola di cartone.

Angela: Grazie di avermelo detto. Ti piacciono gli animali?”

Qual è allora la vera pericolosità di queste app?

A mio avviso la prima è la dipendenza da cellulare in soggetti troppo sensibili: perché non proteggere i nostri figli da questi oggetti che avranno tempo di usare da più grandicelli?

E poi, avete visto quante pubblicità che innescano una reazione a catena del volere sempre giochi e passatempi nuovi?

Non ci sono forse consolle e videogiochi anche più belli, che su dischetto non danno la possibilità di farsi adescare da possibili individui senza scrupoli?

Inutile pensare infine che vostro figlio resterà immune al fashino del tablet e dei giochi sugli smartphone, vale solo la pena di considerare che anche in questo campo, ogni eccesso è un difetto, e potrebbe anche diventare pericoloso.

 

Fonte: ChiccheInformatiche



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