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Autismo, sintomi e cure

di Dott.ssa Michela Del Prete

16 Febbraio 2011

L’autismo è una forma di handicap grave che colpisce i bambini in età prematura.

Questo handicap è ritenuto, dalla comunità scientifica internazionale, un disturbo che interessa la funzione cerebrale.

Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono visibili entro il 2°o 3°anno di età e si manifestano con importanti alterazioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale, dell’interazione sociale, nel’uso del gioco simbolico ed evidenti limitazioni di repertori di interessi. In alcuni casi, i genitori riferiranno di aver notato stranezze relazionali e comunicative del bambino fin dalla nascita o subito dopo.

Quando dobbiamo preoccuparci? A quali comportamenti dobbiamo fare attenzione? E quindi quando rivolgerci ad uno specialista?

Di seguito riporterò alcuni comportamenti che caratterizzano i soggetti affetti da autismo e che possono risultare importanti campanelli dall’allarme per un intervento riabilitativo precoce.

  • Difficoltà ad interagire con adulti e bambini, prediligendo a rimanere da solo o isolato.
  • Contatto oculare scarso o assente.
  • Linguaggio caratterizzato dal solo utilizzo di ecolalie, ovvero ripetizioni ossessive di parole.
  • Incapacità di elaborare richieste verbali o gestuali.
  • Mancata risposta alle richieste verbali, o molto più semplicemente non risponde quando viene chiamato per nome, in molti casi si può ritenere,erroneamente, che ci sia un deficit dell’udito.
  • Presenza di stereotipe: movimenti frenetici e/o ripetitivi,che possono riguardare qualsiasi parte del corpo o degli arti.
  • Assenza di paura dei pericoli o paura eccessiva.
  • Predilezione di giochi bizzarri come ruotare o allineare oggetti in modo ossessivo e sostenuto nel tempo.
  • Attacchi di ansia e collera eccessivi senza apparente motivo.
  • Ipo o iper sensibilità sensoriale.

L’autismo è una patologia che colpisce tutta la sfera comunicativa-relazionale, i bambini che ne sono affetti si richiudono completamente in se stessi non riuscendo più a sopportare gli stimoli che gli arrivano dal mondo esterno.

Ci sono diverse forme di autismo, quella più conosciuta e l’autismo ad alta funzionalità identificati come Asperger , nota anche tramite la fiction televisiva “E POI C’è FILIPPO”.

In questi casi il quadro è sicuramente più roseo, in quanto il soggetto affetto riesce ad avere una propria autonomia e quindi a raggiungere nella vita adulta una indipendenza. Questo sfortunatamente ha contribuito a divulgare un immagine sbagliata della patologia autistica e dei disturbi che ad essa si possono ricondursi.

Ifattori che influiscono notevolmente sulla prognosi definitiva sono:
· Le abilità linguistiche, quindi lo sviluppo del linguaggio e le competenze comunicative
· Il livello intellettivo
Alcuni studi infatti hanno dimostrato che una piccola parte di soggetti che presentano tale disturbo, ma che presentano competenze linguistiche e un buon quoziente intellettivo, riescono a lavorare in modo indipendente ed avere una vita parzialmente autonoma, pur mostrando una rilevante scarsità di interesse e di attività ed difficoltà nell’iterazione comunicativa e sociale.
La riabilitazione e di tipo comportamentale e/o farmacologica. Gli interventi educativi-comportamentali risultano molto più efficaci se il bambino è piccolo, l’intervento sarà rivolto al progresso delle capacità sociali e di linguaggio

Se notiamo anomalie comportamentali-relazionali non aspettiamo, ma rivolgiamoci tempestivamente a un Neuropsichiatra infantile che ci potrà valutare il nostro piccolo!



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