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Braccialetti Rossi: un Doloroso Dramma nella Vita Vera di Aurora (Cris)

di Redazione VitaDaMamma

30 Marzo 2014

cris

Aurora Ruffino, 24 anni, di professione attrice, ha commosso l’Italia intera interpretando Cris, la ragazza anoressica di “Braccialetti Rossi”.
Il grande apprezzamento dimostrato dal pubblico per la fiction Rai “Braccialetti Rossi” ha portato al successo i giovani protagonisti della serie. E così sono diventati famosi Aurora, Carmine Buschini (17 anni, interprete di Leo) e Brando Pacitto (18 anni, interprete del personaggio Vale).

Il successo significa popolarità e soddisfazione ma spesso ad esso corrisponde un’esposizione mediatica forte, capace di svelare anche segreti nascosti, lontani, intimi e delicati.
Ad Aurora Ruffino è accaduto esattamente questo: una parte intima e delicata del suo passato è stata data in pasto al pubblico, svelata da suo padre Giuseppe Ruffino.

Giuseppe Ruffino, papà di Aurora, ha concesso un’intervista al settimanale “Di Più” (Cairo Editore n° 12 del 31 marzo 2014).

<<L’appello del papà di “Cris” FIGLIA PERDONAMI. Quando eri bambina ti abbandonai perché fui condannato a nove anni di carcere>> , questo il titolo che capeggia sulla copertina.

L’intervista, corredata di foto, riscrive la storia della vita familiare del signor Ruffino.

La mamma di Aurora morì dopo la nascita del sesto figlio quando aveva solo 30 anni. Dopo 5 gravidanze e 5 parti la sesta cicogna sembrava un evento naturale ma l’ultimo parto di Fiorinda non fu l’accadimento felice che tutti attendevano: la donna subì un cesareo durante il quale andò in coma, dopo 21 giorni sopraggiunse la morte.

Giuseppe si trovò solo con 6 bambini e tra essi, appunto, un neonato piccolissimo.

Poco tempo dopo si risposò conducendo in casa una donna. Per ammissione dello stesso Giuseppe quel secondo matrimonio fu una scelta avventata, dettata forse dalla solitudine.

6 figli ed una nuova moglie ma anche problemi familiari e personali, Giuseppe venne accusato di violenza su minore e condannato (il settimanale “Di Più” non riporta i dettagli della vicenda che condusse alla condanna ma sottolinea che essa fu pronunciata a seguito di una approfondita indagine all’interno del contesto familiare). La condanna determinò a norma di legge anche la decadenza della patria potestà.

Giuseppe, allora come oggi, si è sempre proclamato innocente ma le autorità giudiziarie non hanno ritenuto che lui lo fosse e al contrario ne hanno sentenziato la colpevolezza condannandolo a 9 anni di reclusione.

Giuseppe Ruffino ha beneficiato di sconti di pena per buona condotta, ed oggi, fuori dal carcere, sottolinea di non essere stato colpito da alcun provvedimento restrittivo che gli impedisca di presentarsi al cospetto dei figli.

Confessa di non aver cercato un contatto fisico e diretto con loro per evitare di turbarli, confessa anche di averli osservati da lontano e con Aurora avrebbe parlato in chat attraverso Facebook. Aurora, per esplicita dichiarazione del padre, sarebbe stata dura e avrebbe usato parole che Giuseppe stesso ha definito “forti”.

  • Giuseppe Ruffino, che nell’intervista racconta la sua verità di uomo e di padre, cercando anche di liberarsi da una condanna rispetto alla quale si professa innocente, ha tutto il diritto di manifestare pubblicamente il suo amore per la figlia come ha tutto il diritto di cercarla.
  • Aurora però ha il diritto di conservare il suo sorriso e la sua serenità e sopratutto di preservare la sua immagine professionale tenendo riservate le vicende di un passato antico che lei, allora bambina innocente, ha certamente subito e di cui ha certamente sofferto.

Aurora e i suo 5 fratelli sono stati accuditi e seguiti da i nonni, Giuseppe Ruffino, all’interno dell’intervista rilasciata a Di Più, sottolineadi avere chiesto lui stesso l’affidamento dei bambini ai nonni affinché i fratelli non venissero separati. Ad onor del vero la prassi giudiziaria italiana è ispirata al principio legislativo primario della tutela del minore a cui, in casi come questo, si preferisce garantire sempre la continuità dei rapporti familiari, infatti, ove possibile, i bambini vengono sempre affidati ai familiari più prossimi.

Da mamma non avrei portato le vicende personali della mia famiglia agli onori della cronaca, non avrei lasciato che un giornale raccontasse pubblicamente la mia personalissima verità. Resta il fatto però che ciascuno è libero di esporsi e difendersi a suo modo, a maggior ragione ciascuno è libero di farlo quando è in gioco l’amore per i figli che è bene supremo e primario.
La luce degli occhi di Aurora appare ancora più brillante e dolce dopo avere conosciuto le sue vicissitudini.



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