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Quello che State per Vedere è Disumano, Nessuna Donna Merita una Simile Atrocità

di Alessandra Albanese

13 Giugno 2014

Video inaccettabile

Nel suo ultimo libro “Un’idea di destino” Tiziano Terzani (giornalista, scrittore e viaggiatore di cui ricorre quest’anno il decennale della morte), in maniera poco provocatoria e forse a suo modo romantica, parla del burqa (il velo integrale che indossano le donne afghane):

“Il vecchio bazar ha ancora il suo fascino, con la sua popolazione di cui metà, le donne, resta invisibile, perché anche quando alcune di loro escono sono come delle grandi lugubri bomboniere nere.

Mi viene da pensare a come questo chador in fondo è democratico perché dietro a questo velo tutte le donne sono uguali, irraggiungibili e desiderate, sognate e lugubri. Le belle non possono monopolizzare nulla, non hanno vantaggi, e anche le racchie hanno il loro musulmano fascino dell’orrore, intabarrate come le altre”.

Mi aveva quasi convinto.

A pensare che forse questo velo era davvero nato per difendere le donne, in posti dove i predoni venivano dalle montagne, e facevano razzie, uccidendo e violentando.

Poi però questo video ha fatto tornare in me l’idea di cosa sia oggi la donna in alcuni posti del mondo: un essere inferiore, senza anima, senza diritti, e senza la possibilità di scegliere, di essere libera.

In Sudan, paese per il 97% musulmano, vige ancora la lapidazione, come pena per le donne che peccano di qualche peccato che a noi occidentali sembra illogico.

L’ultima storia in ordine cronologico, venuta fuori e che ha avuto risalto globale è quella di Meriam Yahia Ibrahim, 27 anni e due bambini, condannata a morte per aver sposato un cristiano ed essersi convertita.

Ma la lapidazione è una pratica comune anche per altri “peccati”.

Si chiama “Indecence Law” Legge sull’Indecenza.

Nel 2009 la giornalista Lubna Hussein era stata condannata a 40 frustate nella pubblica via per avere infranto questa legge: aveva avuto l’ardire di indossare i pantaloni.

Non credo che ci sia niente di romantico, o di “protettivo” in questo video.

Attenzione, le immagini sono forti e disturbanti.

Video inaccettabile

 



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