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Bronchite nei Bambini: Sintomi, Cause e Cura

di Federica Federico

17 Giugno 2014

bronchite nei bambini: sintomi, cause e cura

<<Mio figlio ha la bronchite>> , così può parlare una mamma per definire la condizione di salute di un bambino con forte raffreddore, eventualmente febbre (anche alta e insistente), tosse, respiro sibilante e in certi casi un risentimento asmatico. Attenzione però alle diagnosi “esemplificate”: se una mamma parla di bronchite, in riferimento allo stato di salute del suo bambino, è giusto correggerla!

Dinnanzi alla necessità di prendersi cura di un bambino è infatti importante non confondere tra loro le diverse malattie ed è essenziale conoscere le caratteristiche e i confini delle patologie pediatriche.

Sul referto medico di un bambino non si legge mai una diagnosi di bronchite, il pediatra potrà invece diagnosticare bronchiolite o anche sibili e rantoli in base polmonare.

Sfatiamo allora un luogo comune insidioso:

un bambino non può ammalarsi di bronchite, questa malattia colpisce solo anziani e fumatori mentre i pazienti in età pediatrica soffrono comunemente di bronchiolite, broncospasmo e respiro sibilante (tutte patologie riconducibili alla famiglia delle cosiddette affezioni bronchiali o polmonari).

Ma procediamo con ordine partendo dall’esame della bronchiolite.

Coa’è la bronchiolite?

La bronchiolite è un’infiammazione virale capace di provocare il gonfiore delle vie aeree sottili dei polmoni (i cosiddetti bronchioli da cui la definizione medica di bronchiolite). Tale gonfiore, scatenato dal virus, è l’origine e la causa dei disturbi respiratori che il bambino affetto da bronchiolte manifesta.

Nell’80% dei casi la bronchiolite dipende da un VRS ovvero da un Virus Respiratorio Sinciziale principale responsabile di comuni e numerose affezioni delle vie aeree del bambino nei primissimi anni di vita.

In genere la bronchioli si sviluppa nei bambini piccoli e piccolissimi ovvero sotto i 2 anni d’età, ciò perché nei soggetti più grandicelli, con un corredo immunitario più forte, il virus respiratorio sincrenziale normalmente sfocia in comuni manifestazioni parainfluenzali.

Il VRS è un virus stagionale che maggiormente si diffonde e prolifera con i primi freddi ma può tornare durante i cambi di stagione quando il clima soffre di forti e repentine instabilità.

 

Quali sono i sintomi della bronchiolite?

Raffreddore, tosse e respirazione affannosa, fischietto o respiro ansimante, questi sono i sintomi attraverso cui la malattia si palesa.

I sintomi prodromici (ovvero i sintomi che annunciano la malattia, i primi che si manifestano nell’uomo) sono molto simili a quelli di un banale raffreddore (naso chiuso, muco e starnuti) ma la malattia ha un decorso veloce e degenera in pochissime ore, a volte ne bastano 2 o 3 perché il respiro si faccia affannoso, accelerato e rumoroso (fischietto o sibilo).

Nei più seri casi di difficoltà respiratorie i genitori noteranno anche un particolare movimento delle narici del bambino (cosiddetto movimento di alitamento delle narici), in questi casi il nasino del bimbo tenderà a gonfiarsi e sgonfiarsi perché per istinto il piccolo proverà a inspirare più aria per fronteggiare la difficoltà respiratoria sofferta.

La tosse può arrivare ad essere molto stizzosa e asfissiante ed è certamente il sintomo più difficile da gestire e da bloccare; i genitori debbono sapere che una tosse da bronchiolite è comunemente caratterizzata da un lungo strascico e quindi può durare parecchi giorni permanendo anche dopo la guarigione del bambino.

Tenere il nasino pulito è sempre buona norma; allettare al seno i neonati aiuta; non fumare negli ambienti frequentati dai bambini piccoli è un dovere in linea generale ed un obbligo incontrovertibile quando i piccoli sono malati; a nulla serve invece la somministrazione di sciroppi contro la tosse.

La terapia della bronchiolite comune viene efficacemente condotta a casa su indicazione tassativa del pediatra che ha in cura il bambino, è consigliabile ed indicato un ricovero ospedaliero quando:

  • il bambino ha difficoltà ad alimentarsi ed a bere;
  • il piccolo paziente cade in crisi di apnea serie;
  • il bimbo diventa cianotico (cioè la pelle o le mucose assumono un colore bluastro);
  • la frequenza respiratoria (possibilmente valutata dal pediatra) supera i 70 respiri al minuto;
  • l’apatia del bambino è preoccupante (il piccolo manifesta cioè importanti stati di abbattimento e sonnolenza).

Il supporto ospedaliero, quindi un ricovero precauzionale, è altresì indicato se i bimbi affetti da bronchioli hanno le seguenti sofferenze pregresse:

  • cardiopatie respiratorie;
  • malattie polmonari croniche;
  • storia clinica caratterizzata da nascita prematura con conseguenze sulla salute;
  • particolari sindromi genetiche;
  • deficit del sistema immunitario.

 

Di bronchiolite ci si può ammalare più volte.

Quando i neonati ed i bambini molto piccoli vengono in contatto con un Virus Respiratorio Sinciziale è facile che sviluppino un’affezione polmonare come la bronchiolite e ciò può accadere più di una volta nella vita.

I bambini sopra i 2 anni d’età e gli adulti, invece, pur entrando in contatto col medesimo virus, comunemente se la cavano con un banale raffreddore o sviluppano comuni sintomi parainfluenzali.

E’ per questo che alle mamme dei neonati e dei bimbi molto piccoli viene raccomandata la massima attenzione nella gestione dei loro cuccioli, sopratutto durante i cambi di stagione quando gli sbalzi seri di temperatura possono avvantaggiare la proliferazione dei virus.

 

Come si cura la Bronchiolite?

La bronchiolite è un’affezione delle vie respiratorie di natura virale e per questo non è necessario l’uso di antibiotici, in caso di broncospasmo il pediatra valuterà la somministrazione di broncodilatatore.

 

Attenzione mamme: non somministrate mai medicinali autonomamente, l’auto-prescrizione di farmaci è sempre scorretta lo è maggiormente quando i pazienti sono dei bambini; ricordate sempre che addirittura può essere pericoloso assumere medicine senza il vaglio del medico curante.

 

Va sfatato un altro luogo comune ricorrente:

per la diagnosi della bronchiolite non è indispensabile sottoporre il bambino ad esame radiografico, quasi sempre la diagnosi del pediatra fonderà su una accurata visita con misurazione della saturazione di ossigeno ad un dito della manina.

 

Può accadere che il pediatra prescriva una terapia antibiotica?

Sì, può accadere. Se e quando il pediatra prescrive un antibiotico, vuol dire che ha rilevato, oltre ed accanto alla bronchiolite, anche un focolaio di polmonite. La polmonite può essere batterica o virale.

L’esame del sangue (che alcuni pediatri effettuano con un test veloce in ambulatorio, pungendo il dito del bambino per raccogliere una goccia di sangue su un apposito vetrino) è capace di scongiurare la presenza di un’affezione batterica.

Gli antibiotici, ovviamente, funzionano solo per le infezioni batteriche e non per quelle virali sulle quali non hanno alcun effetto.

 

Come si manifesta la polmonite?

I sintomi della polmonite sono tosse (anche fortissima); respirazione accelerata; febbre; a volte vomito e nei casi più gravi anche mal di pancia.

Attenzione ai casi reiterati di affezioni respiratorie: potrebbero nascondere una patologia di carattere asmatico, la diagnosi dell’asma non sempre è semplice.

Durante le bronchioliti e le polmoniti il respiro del bambino si fa affannoso e sibilante. Ebbene le mamme ed i papà debbono sapere che un bimbo che affanna, fischia e sibila durante un’affezione respiratoria non è necessariamente un soggetto asmatico: asma, bronchioliti e polmoniti sono cose diverse; al contrario il respiro sibilante è un sintomo della bronchiolite e della polmonite.

 

Polmonite atipica o da mycoplasma

Merita un accenno a parte la polmonite atipica o da mycoplasma, questa specie di polmonite è scatenata da un microrganismo che di fatto è una via di mezzo tra un virus ed un batterio. Per la natura del microrganismo scatenante tale polmonite va curata necessariamente con un antibiotico specifico.

La cura con l’antibiotico giusto è certamente efficace ma il vero problema è la diagnosi: questa polmonite, si distingue per il fatto di essere scatenata da un microrganismo, ma si manifesta con sintomi assolutamente comuni a qualsiasi altra affezione respiratoria. E la “normalità” dei sintomi rende il microrganismo difficile da scovare.

La polmonite atipica ha un progresso lento, che incide comunque sulle tempistiche diagnostiche, per arrivare al suo culmine la malattia può impiegare anche 3 o 4 settimane. Inoltre all’auscultazione del torace, in caso di polmonite atipica, il pediatra sente solo modesti e rari sibili.

Va prestata attenzione alla tosse che nella polmonite atipica è intensa e ha una caratteristica peculiare, caratteristica che però non si manifesta sin da subito: la tosse della polmonite atipica è prima secca, come la comune tosse da polmonite, e poi si fa via via grassa.

E’ per la difficile diagnosi che molto spesso si arriva a individuare l’origine della malattia nel microrganismo solo dopo avere affrontato una prima terapia per polmonite comune senza successo.

In caso di polmonite atipica va misurata l’attività fisica e va considerato il fatto che il piccolo paziente dopo la malattia attraversa sempre una lenta fase ripresa in cui è d’obbligo avere molta pazienza.



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