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Dimmi Cosa Non Ti Piace di Te e Ti Dirò Chi Sei

di Giuseppe Gagliano

02 Luglio 2014

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Cosa non sopporti di te?

A – i nei sul tuo viso;

B – la misura del tuo piede;

C – le labbra sottili;

D – la tua forma fisica.

I punti di vista sono sempre condizionati da fattori esterni. Non sempre, infatti, ci si vede come siamo realmente.

Succede talvolta, per esempio, che una ragazza in realtà magra, vedendosi obesa, continui a far diete assurde, rischiando l’anoressia.

C’è chi continua a trovare difetti al proprio modo di camminare, al proprio aspetto e così via.

Questo non vuole essere un luogo in cui si ammonisce chi sbaglia bensì di analizzare dei punti di vista personali, a volte eccessivamente autocritici.

Consideriamo quattro tipi di atteggiamento prendendo come esempio quattro donne e quattro uomini.

Donna e Uomo A in conflitto coi nei del proprio viso.

Donna e Uomo B col complesso della misura del piede.

Donna e Uomo C con labbra sottili.

Donna e Uomo D in guerra con la forma fisica

 

Caso A: Donna e Uomo A in conflitto coi nei del proprio viso.

Una volta i nei venivano considerati sinonimo di fascino e bellezza ma oggi è un aspetto considerato del tutto marginale. Tuttavia, alcune persone non amano i propri nei, al punto da farsene un complesso.

Siamo di fronte ad una persona timida che si vede osservata nel proprio intimo, giudicata nelle apparenze, proprio perché vive il rapporto con gli altri in modo estremamente superficiale, che non sa andare oltre al parlare del tempo, in modo estremamente british.

 

Caso B: Donna e Uomo B col complesso della misura del piede.

Nel caso B, capita che una donna abbia un piede piccolissimo o un uomo troppo grande ma fin qui sembra che il proprio ego ne esca appagato. Un piede da cenerentola per la donna è auspicabile come la fermezza del cavaliere di ventura poggia su un solido e robusto piedistallo ma quando succede l’inverso, si arriva ad artifici, persino dolorosi, pur di raggiungere uno standard ideale.

L’uomo col piede piccolo sperimenta, spesso, scarpe di due punti più grandi che nonostante le solette offriranno un passo alquanto insicuro. La donna, dal canto suo, si stringe in un punto di meno e su tacchi vertiginosi, pur di sfumare la grandezza del suo piede.

Sono persone, anche queste, perfezioniste ma che si vedono castigate dalla natura e condannate all’imperfezione eterna. Esse vedono ogni caratteristica come difetto che va, quantomeno nascosto, se non è possibile eliminarlo.

 

Caso C: Donna e Uomo C con labbra sottili.

 

Nel caso C è luogo comune pensare che la donna con le labbra sottili sia perfida, mentre l’uomo sia avido. Le labbra carnose delineano un aspetto più volitivo e disponibile, soprattutto dal punto di vista del sex appeal. Niente di più sbagliato, visto che la natura non da’ i suoi doni in base ai meriti di ciascuno. Se, tuttavia, di queste caratteristiche se ne fanno dei complessi, dietro a queste persone ci sono, per entrambe, dei problemi di disponibilità.

La persona che, comunque, concentra la sua attenzione sulla bocca, ha sempre il dubbio se il dare sia uno spreco o una elargizione e se tale donazione possa avere un ritorno o venga persa. Questa persona è avara di affetto come chi ama i baci ma non ne vuole dare, senza rendersi conto che ogni bacio è reciproco e si dà mentre si riceve.

 

Caso D: Donna e Uomo D in guerra con la forma fisica

Nel caso D vediamo un esercito di uomini e di donne che lottano con muscoli che non arrivano mai al culmine, seni sempre troppo piccoli anche quando la chirurgia li porta alla sesta misura, pance sempre troppo cadenti e glutei mai abbastanza alti e tonici.

La ricerca spasmodica della forma fisica, fine a se stessa, denota una persona che fa fatica a sentirsi accettata, anche quando, in realtà, ha una vita sociale che potrebbe considerare appagante.

È probabile che questo tipo di persone viva nel passato della propria giovinezza incompiuta, cioè nella quale avrebbe voluto fare qualcosa e non l’ha fatta ma continua a cercare di farla. È una persona che non sa portare avanti i suoi impegni e a metà lascia perdere, invece di portarli a termine ogni volta riprende da capo e non finisce mai.

La persona, in generale, che subisce un complesso e che esaspera il proprio punto di vista, dandogli un’importanza primaria, è una persona che non sa vedere la globalità delle cose, il suo insieme ma deframmenta ogni cosa nei vari componenti, cercando, addirittura di eliminare quelli che reputa elementi di disturbo. A tutto c’è, però, rimedio e basterebbe un pizzico di autoironia.



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