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Esami di Maturità: Figli Nervosi e Mamme Apprensive, Come Gestire lo Stress

di Maria Corbisiero

20 Giugno 2014

esami di maturità

Mese di giugno: è tempo di esami, è tempo di verifiche, è tempo di forti stress emotivi per tutta la famiglia.

Diciamoci la verità, gli esami di maturità, soprattutto dal punti di vista emozionale, non sono di certo una passeggiata, in particolare modo per coloro che li affrontano per la prima volta.

Chi ci è già passato tende solitamente a sdrammatizzare questo momento, quasi dimentico della grande paura e dell’alta tensione vissuta in quei fatidici giorni, un periodo considerato interminabile anche dagli studenti più preparati.

Ci si aggira per casa nervosi, provando a ripassare le materia nelle quali ci sentiamo più insicuri, terrorizzati dal solo pensiero di dimenticare tutto una volta varcata la soglia della scuola.

Ci si riunisce in gruppi di studio, pensando che l’unione farà la forza ma finendo poi con il distrarsi, impegnati a chiacchierare con i propri amici.

Allora ci si gioca la carta dello studio notturno, sottraendo le ore al sonno, nella vana speranza che il silenzio della notte favorisca il nostro apprendimento.

E tutto ciò avviene sotto gli occhi dei genitori che assistono inermi al girovagare dei propri figli, disorientati dal loro essere lunatici, impotenti dinnanzi al loro precario stato emotivo.

Particolarmente sofferenti le mamme più ansiose, il cui innato istinto protettivo, comune a tutte le mamme, le spinge a provare di tutto pur di calmare e tranquillizzare i propri “bambini”.

Ma è davvero giusto intromettersi?

Gli esami di maturità, al pari di qualunque altra impegnativa prova, non devono essere considerati come un “mostro da sconfiggere” e dal quale proteggere i proprio figli, bensì rappresentano un’importate fase della loro vita, una tappa obbligatoria per la loro crescita.

Maturare vuol dire anche questo: saper affrontare le avversità imparando a gestire le proprie emozioni.

È importante quindi lasciarli liberi di esprimere la loro frustrazione, cercando di “sopportare” i loro balzi di umore ed offrendo loro tutta la nostra comprensione e il nostro aiuto, senza interferire troppo però.

Un insistente “intervento“, o eventuali pressioni per “spronarlo” ad ottenere un migliore risultato, come ad esempio un voto più alto, possono infatti peggiorare la situazione, provocando nell’adolescente una reazione contraria a quella desiderata: ulteriore aumento dello stress e minor fiducia nelle sue capacità.

È bene ricordare infine che gli studenti sotto esame non sono dei “condannati a morte” ma semplicemente giovani ragazzi alle prese con un’importante tappa della loro vita: il passaggio nell’età adulta.



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