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Parto Naturale Dopo un Taglio Cesareo

di Alessandra Albanese

21 Luglio 2014

In inglese l’acronimo VBAC indica il “vaginal birth after cesarean”, ovvero il parto naturale dopo un pregresso cesareo.

Fino a non moltissimo tempo fa pensare di partorire naturalmente dopo essere state sottoposte ad un taglio cesareo era praticamente un’idea folle.

Le motivazioni sono molte, e tutte di carattere tecnico: in primo luogo il taglio cesareo era effettuato in tutt’altro modo, e lasciava dei postumi molto diversi rispetto ai moderni tagli cesarei.

Anche il successivo parto è poi oggi gestito in altri modi, motivo per cui una percentuale alta di donne, tra il 60 e l’80% porta a termine un parto spontaneo dopo un pregresso cesareo senza alcuna difficoltà.

Ovviamente questo percorso non è adatto a tutte le mamme, e alcune volte il decorso della gravidanza non lo permette, e anche alcune strutture ospedaliere lo sconsigliano in quanto sprovviste di risorse e personale atti a gestire una eventuale urgenza.

Quando si può partorire spontaneamente dopo un parto cesareo?

Ecco alcuni casi:

– Se la gravidanza procede regolarmente.

– In genere se la cicatrice del cesareo è trasversale, e se la mamma non ha subito ulteriori interventi chirurgici, i medici suggeriscono che non c’è alcuna controindicazione ad un parto naturale.

– Se non si presentano durante questa gravidanza i motivi che avevano indotto il cesareo in precedenza.

– Se il travaglio procede regolarmente.

– Se avete già partorito naturalmente dopo un primo cesareo.

– Se il parto è gemellare o plurigemellare e i bambini sono in posizione cefalica (la normale posizione a testa in giù).

 

Ecco invece alcune controindicazioni che non consentono questa strada:

  • Se si è state sottoposte a due o più tagli cesarei precedenti.
  • Se l’incisione del precedente cesareo è di tipo classico, poiché potrebbe riaprirsi durante il travaglio.
  • Se il bambino è molto grande
  • Se il travaglio non avviene entro la data presunta del parto
  • Se avete problemi di obesità
  • Se la gravidanza è gemellare e un bambino si presenta in posizione podalica
  • Se durante la precedente gravidanza si è lacerato l’utero
  • Se si presentano problemi di salute che possano interferire con il travaglio e il parto.
  • Se si tratta di gravidanza con più di tre gemelli.

Potrebbe poi capitare che il travaglio si concluda con un altro parto cesareo: la percentuale di casi infatti varia tra il 20 e il 40% di donne che hanno tentato il parto naturale.

Un altro rischio a cui si va incontro è una infezione dell’utero, o alla rottura dello stesso: i casi sono rari, ma ricordate che l’utero è stato sottoposto a taglio, ed è rimasta una cicatrice anche all’interno del nostro corpo, motivo per cui in casi simili potrebbero esserci conseguenze come ad esempio emorragie, infezioni o addirittura danni al bambino.

Alcune volte invece può succedere che il peso della gravidanza indebolisce i muscoli pelvici, e il pavimento pelvico potrebbe causare problemi e non consentire un parto naturale, o dopo di esso si potrebbe soffrire di problemi come una temporanea incontinenza.

In genere però il parto naturale dopo un cesare comporta meno complicazioni dal punto di vista medico, poiché sono comunque meno le possibilità di incorrere in infezioni o emorragie, complicanze che si devono tenere in conto con un cesareo.

Il parto naturale poi prevede una convalescenza più corta, e le donne in genere recuperano molto più in fretta le forze.

Per alcune poi l’esperienza del parto naturale è una parte della vita irrinunciabile: partecipare a un evento così importante, vedere dare alla luce il proprio figlio, allattarlo subito, è una cosa che ripaga di qualsiasi sofferenza.

Infine, se si vuole una famiglia numerosa, il parto naturale dopo un primo cesareo predispone che anche i successivi possano tutti essere tali.

Come ci si prepara ad un parto naturale dopo un cesareo ?

Innanzitutto se avete deciso di partorire naturalmente, preparatevi molto prima, seguendo una dieta sana, facendo, dietro consiglio medico, una regolare attività fisica, e riposate, così da arrivare alla data pronte anche fisicamente.

Siate poi anche pronte “mentalmente”: filerà tutto liscio, ma state pronte alla possibilità che potreste anche subire un cesareo, se i medici fossero costretti a optare per questa via (si potrebbero presentare infatti casi di gestosi, o problemi con placenta o cordone ombelicale, o se il bambino non è più in una posizione che consente l’uscita dall’accesso naturale)

Per fare si che si possa avere più possibilità di partorire naturalmente seguite dei corsi, informatevi, accertatevi che il ginecologo che vi seguirà e il personale medico della struttura che avete scelto per il parto siano in grado di gestire voi e il vostro bambino, e che siano preparati ad un cesareo d’urgenza se qualcosa non dovesse andare come deve.

  • Se la struttura pubblica prevede turni in sala parto, e dunque potrebbe non essere il vostro ginecologo ad assistervi, assicuratevi che possa almeno essere reperito in caso di urgenze.
  • Accertatevi che la struttura abbia un’unità neonatale ben attrezzata, e un equipe chirurgica pronta per le urgenze.

 

Il travaglio merita una precisazione: i medici lo monitoreranno, ma sappiate che se non partirà naturalmente i farmaci che inducono il travaglio possono aumentare le contrazioni dell’utero, che così facendo potrebbe rompersi e necessitare a quel punto un cesareo d’urgenza.

Qui di seguito alcuni indicatori di un travaglio spontaneo:

  1. Dopo la rottura delle acque dovrete recarvi in ospedale (non è consigliabile perdere tempo per restare a casa con un cesareo pregresso).
  2. A quel punto il medico e il personale sanitario monitorerà il bambino e voi, per essere certi che il travaglio proceda bene.
  3. Dopo che le contrazioni saranno sempre più ravvicinate si monitorerà la dilatazione e infine sarete pronte per partorire.


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