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Disturbi Alimentari e Relazioni Familiari

di Giuseppe Gagliano

10 Novembre 2014

Disturbi alimentari e relazioni – Siamo abituati a vedere i disturbi alimentari degli adolescenti come una patologia soggettiva nella quale tutto parte dal ragazzo e da lui deve scaturire la soluzione.

Niente di più errato perché i fattori sono, a volte, insospettabili e sono più numerosi di quel che si pensa, pensiamo solo al delicato rapporto tra disturbi alimentari e relazioni affettive.

disturbi alimentari e relazioni

Alla base un disturbo alimentare possono figurare, per esempio, problemi della famiglia di tipo economico o malesseri di convivenza: può essere un nucleo affettivamente instabile oppure si tratta di una famiglia destinata a rimbalzare queste ed altre nevralgie a tutti i componenti, a volte inconsapevolmente e addirittura in buona fede.

Non è detto, quindi, che ci sia la volontà di fare male le cose o far del male alle persone ma, più semplicemente, ognuno pensa a sé, senza badare alle conseguenze che si abbattono sugli altri.

Di solito inizia tutto dal “non incontro” e cioè dal rimanere fissi nelle proprie posizioni da dove nascono connessioni tra i disturbi alimentari e relazioni.

Questo modo di comportarsi fa trasparire una debolezza di fondo nel carattere di alcuni genitori che, non essendo capaci di negoziare le proprie opinioni, sia all’interno della coppia che nell’intero nucleo domestico, per paura di perdere qualcosa di sé, si isolano e vivono una vita sempre più individualistica.

I figli ne fanno, spesso, le spese perché, non sapendo da che parte stare, rimangono in una zona d’ombra nella quale escludono ogni forma di agente estraneo, soprattutto per evitare di dover fare delle imbarazzanti o difficili scelte. In definitiva non sanno o non vogliono parteggiare per il padre o per la madre escludendo, per conseguenza, l’altro.

Questi ragazzi stanno fermi come sull’uscio di casa, aspettando il ritorno della genitorialità, intesa come prerogativa inscindibile della coppia di genitori e, l’intromissione di ogni altro problema, è di disturbo a quest’attesa.

disturbi alimentari e relazioni familiari

Anche il cibo, allora, è considerato un agente estraneo da evitare e si fanno spazio i disturbi alimentari e relazioni mancate.

Il più delle volte una separazione, seppur dolorosa, come uno strappo sulla pelle, è risolutiva ma lascia ben altre cicatrici. Se, invece, i genitori trovano un punto di incontro tra di loro, in modo automatico, in questi casi, l’adolescente ripristina gradatamente il suo equilibrio che sembrava perduto.

Non deve sembrare una semplicistica risoluzione del problema, perché bisogna essere ben coscienti che è un percorso lungo e faticoso, soprattutto quando il disturbo arriva a ledere fisicamente, come nel caso di un’anoressia.

Il più delle volte si arriva alla necessità di un supporto professionale nel quale vengono coinvolti, in primo luogo, i genitori ed eventuali altri componenti della famiglia e, solo successivamente anche l’adolescente, qualora il disturbo alimentare, che in larga percentuale dei casi è di carattere psicogeno, non dovesse rientrare in modo graduale ma automatico.

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