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Infertilità maschile: nelle ossa l’ormone che influenza sperma e testosterone

di Dott.ssa Daniela Brancaccio

26 Marzo 2011

LA FERTILITA’ MASCHILE NELLE OSSA: LO SCHELETRO GIOCA UN RUOLO IMPORTANTE NELLA RIPRODUZIONE

I ricercatori del Columbia University Medical Center hanno scoperto che lo scheletro si comporta come un regolatore di fertilità nei topi maschi attraverso un ormone rilasciato dalle ossa noto come osteocalcina. Le ricerche guidate da Gerard Karsenty, capo del dipartimento di Genetica e Sviluppo al Columbia University Medical Center, sono apparse on line il 17 Febbraio 2011 nella rivista Cell.

Fino ad ora, le interazione tra le ossa e il sistema riproduttivo si erano soffermate solo sull’influenza delle gonadi sulla costruzione della massa ossea. “Poiché la comunicazione tra due organi nel corpo è difficilmente a senso unico. Il fatto che le gonadi influenzino le ossa fa sorgere la domanda: le ossa hanno influenza sulle gonadi?” dice il Dr Karsenty.

Il Dr Karsentye il suo gruppo hanno studiato la riproduzione su dei topi da laboratorio: in un primo momento i ricercatori hanno osservato che i maschi il cui scheletro non secerneva un ormone chiamato osteocalcina erano meno fertili. Gli investigatori allora hanno fatto diversi esperimenti che hanno dimostrato che l’osteocalcina favorisce la produzione di testosterone, un ormone sessuale che controlla la fertilità maschile. Così hanno aggiunto l’osteocalcina alle cellule che, quando nel nostro corpo producono testosterone, ne aumentano la sua sintesi. Di conseguenza, quando l’osteocalcina veniva iniettata nei topi maschi, i livelli di testosterone in circolazione aumentavano.

Al contrario, quando l’osteocalcina non era presente, il livello di testosterone scendeva, la qual cosa, secondo i ricercatori, poteva causare un calo nella quantità di sperma prodotto. Quando i topi maschi a cui mancava l’osteocalcina erano fatti accoppiare con topi femmine normali, le coppie producevano solo la metà del numero di piccoli di quelli che producevano le coppie composte dai maschi normali, insieme con una decrescita nel numero di piccoli per figliata.

Sebbene le scoperte non siano state ancora confermate con gli essere umani, il Dr Karsenty si aspetta di trovare caratteristiche simili in essi, in base ad altre somiglianze tra ormoni dei topi e degli uomini.

Se l’osteocalcina favorisse la produzione di testosterone anche negli uomini, bassi livelli di osteocalcina potrebbero essere la ragione per cui alcuni uomini sterili presentano degli inspiegabili livelli di testosterone.

Lo scheletro regola la fertilità maschile, non quella femminile. Sebbene le nuove scoperte abbiano notato interazioni tra estrogeni e massa ossea, i ricercatori non sono riusciti a trovare alcuna prova che lo scheletro influenzi la riproduzione femminile. Gli estrogeni sono considerati alcuni dei più potenti ormoni che controllano le ossa, quando le ovaie smettono di produrre estrogeni nelle donne dopo la menopausa, la massa ossea rapidamente cala e ciò può condurre all’osteoporosi. E’ noto che gli ormoni sessuali, chiamati estrogeni nelle donne e testosterone negli uomini, influenzano la crescita dello scheletro, ma fino ad ora, gli studi sull’interazione tra ossa e sistema riproduttivo si sono soffermati solo sul modo in cui tali ormoni influenzano lo scheletro.

“ Non sappiamo perché lo scheletro regola la fertilità maschile e non quella femminile. Tuttavia, se si vuole continuare la specie, probabilmente ciò sarà più facile facilitando l’abilità riproduttiva degli uomini” afferma il Dr Karsenty “ questa è l’unica spiegazione razionale di cui disponiamo per spiegare perché l’osteocalcina regola la riproduzione nei topi maschi e non in quelli femmine.

Prossimo sviluppo e ideazione di farmaci eventuali. In seguito, i ricercatori progettano di indicare i principali percorsi utilizzati dall’osteocalcina per favorire la produzione di testosterone. Per quanto riguarda per esempio l’ipotetico sviluppo di medicinali, dal momento che essi hanno identificato il ricettore di osteocalcina, ci si aspetta più flessibilità nel progettare farmaci che imitino gli effetti dell’osteocalcina.

Fonte: http://www.sciencedaily.com/releases/2011/02/110217124909.htm



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