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Peppa Pig Trascinata in Tribunale: Donna Italiana fa Causa contro il Cartone Animato

di Redazione VitaDaMamma

30 Novembre 2014

 

Peppa Pig è nei guai

Peppa Pig potrebbe finire in carcere? No, sicuramente l’originale “presunta” vicenda giudiziaria non prevede alcuna pena carceraria, ma agli autori del cartone animato sarebbe stato chiesto un risarcimento di 100mila euro.

Della vicenda giudiziaria, molto fuori dall’usuale, dà notizia il settimanale Giallo, Cairo Editore, nel n° 48 del 3 dicembre 2014.

La stessa notizia era già passata in rete attraverso canali accreditati:

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Ecco i fatti, come riportati dalla stampa:

Una donna italiana Gabriella Capra chiede alla società produttrice del cartone animato un risarcimento pari a 100 mila euro che devolverà, per sua stessa ammissione, in beneficenza.

La donna, Gabriella Capra, soffrirebbe per l’omonimia con un nuovo personaggio del cartone animato!

E così, per il solo fatto di chiamarsi appunto Gabriella Capra, sarebbe oggetto di scherno continuo.

Difficile immaginare come possa svilupparsi una causa civile similare e difficile credere che la signora Capra del noto cartone animato possa rinunciare al suo nome o non averne uno.

Del resto tutti i personaggi, sebbene animali, hanno un nome nella nota serie Peppa Pig, e se Gabriella Capra, persona fisica e ricorrente in giudizio, ottenesse del danaro per la sua omonimia, il risarcimento potrebbe rappresentare un importante precedente, per esempio, sull’ottenuto indenizzo potrebbe fare leva, ove mai esistesse, anche una Susi Pecora piuttosto che una Rebecca Coniglio.

Su gentile segnalazione di una nostra utente facebook abbiamo proceduto all’approfondimento della notizia.

Malgrado la news provenga da una fonte giornalistica cartacea ed accreditata va detto che Striscia la notizia, attraverso un servizio firmato da Moreno Morello, ha messo in forte e serio dubbio l’attendibilità della causa contro i produttori di Peppa Pig.

Ad onor del vero non esiste nessuna smentita ufficiale della casa produttrice; non esiste nemmeno alcuna signora di nome Gabriella Capra pronta a sostenere pubblicamente di avere fatto causa e neanche esistono, al momento, smentite ufficiali delle testate giornalistiche sopracitate.

Il TGCOM24 in un aggiornamento al suo articolo insinua la possibilità che la notizia non sia reale ma non arriva alla fonte della stessa e rimanda a “Bufale un tanto al chilo“, noto sito di debunker a caccia di bufale provenienti dalla rete.

Moreno Morello in data 25 novembre va in onda col suo servizio: in termini di approfondimento della notizia relativa alla presunta denuncia contro Peppa Pig, Striscia la Notizia ricollega la news alla “Fondazione Nazionale Consumatori” e arriva fisicamente dinnanzi al citofono della presunta sede legale di detta agenzia stampa. Lì non trova nessuno.

Nello stesso servizio l’inviato di Striscia la Notizia nota che l’agenzia giornalistica”Fondazione Nazionale Consumatori” ha il medesimo numero del Fax di AGI Italia, Morello sottolinea come questa corrispondenza risulti quantomeno sospetta.

Va detto, per dovere di cronaca, che alla stessa agenzia vengono attribuite, proprio dal servizio di Striscia la Notizia, una pluralità di notizie in odore di bufala, tra le altre la notizia di una donna risarcita per la rottura di un contraccettivo che avrebbe determinato uno stato di gravidanza non desiderato; anche questa notizia è stata riportata dal settimanale Giallo nella rubrica “Incredibile ma vero!” e nel numero immediatamente precedente a quello in cui compare la news di Peppa Pig.

A fronte dei dubbi insinuati da Striscia la Notizia la redazione di Vita da Mamma promette ai suo lettori di osservare la carta stampata, prima fonte di questo scritto, e promette, altresì, di comunicare eventuali rettifiche se e quando dovessero comparire sulla medesima fonte giornalistica.

 

 

 



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